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Nella notte più buia hanno trovato qualcuno che gli ha indicato la strada. Che li ha ascoltati e ha atteso con loro il sorgere del sole. È così che la Chiesa di Napoli ha salvato il presepe napoletano. Ascoltando il grido di aiuto degli artigiani di San Gregorio Armeno, finiti n ginocchio dalla pandemia da Covid-19, l’arcivescovo metropolita di Napoli, monsignor Domenico Battaglia, li ha messi in contatto con la Banca di Credito Cooperativo che permetterà alle botteghe che si occupano di Natività di continuare a lavorare e mantenere viva la tradizione del presepe napoletano. Quest'intervento permetterà anche ad Aldo Vucai, uno dei maestri presepiali da sempre presente con la sua bottega nella caratteristica strada, di continuare non solo a lavorare ma ad insegnare ai bambini del quartiere, delle scuole limitrofe che vivono spesso un’infanzia difficile l’arte e l’importanza del presepe.
Nella chiesa di San Biagio Maggiore, all’angolo tra via San Gregorio Armeno e via San Biagio dei Librai, il maestro Vucai si è presentato con i pantaloni sporchi di terracotta, simbolo di un lavoro che non si ferma mai, nemmeno in piena estate. E proprio questo è stato lo spirito con cui la Banca di Credito Cooperativo ha concesso ai bottegai un prestito a tasso agevolato. Ogni bottega potrà richiedere un prestito da mille a trentamila euro (un investimento che prevede in totale quasi un milione di euro) da restituire in dieci anni superando così i deficit causati dalla pandemia e ripartire più forti di prima. “Non guardiamo solo i numeri, i conti, ma guardiamo le persone e queste persone io le ho conosciute da vicino. Ho toccato con mano il loro lavoro e i problemi che hanno riscontrato. Ho compreso il loro valore che va ben al di là di un semplice bilancio”. La filosofia del rating umano a cui Amedeo Manzo, presidente dell’istituto di credito napoletano, fa da sempre riferimento è l’elemento fondamentale che consente di superare il momento difficile. E altrettanto fondamentale è stato il ruolo della Chiesa che ha promosso l’accordo tra le parti. “La Chiesa è Madre e dunque intercede - spiega don Francesco Cirino - noi abbiamo accolto il grido di dolore proveniente dai maestri presepiali e lo abbiamo presentato nelle sedi opportune”. Quel grido di dolore nella pandemia si è concretizzato in affitti e bollette da pagare, merce rimasta invenduta e un lavoro che non è potuto andare avanti nella sua produzione.


Fino alle settimane scorse il rischio per le circa 30 botteghe presenti nella strada era quello di una chiusura e dell’arrivo eventuale di imprenditori stranieri che con possibilità economiche avrebbero cancellato in un attimo una tradizione centenaria di chi, con le proprie mani, riesce a dare volto e corpo alla fede. “La Banca di Credito Cooperativo è stata l’unica banca che si è impegnata a dare credito e dignità a noi piccoli imprenditori”. Marco Ferrigno maestro presepiale e Serena D’Alessandro vicepresidente e portavoce dell’associazione delle botteghe di San Gregorio lo hanno sottolineato più volte e nelle loro parole traspare speranza anche per la città di Napoli che da sempre con il ‘brand’ San Gregorio Armeno attrae da sempre turisti da tutte le parti del mondo. E non solo per acquistare pastori fatti a mano ma anche le statuette dei personaggi più popolari. “Noi li chiamiamo piccoli ma sono grandi nel panorama internazionale e se non li sosteniamo facciamo morire un pezzo della nostra città perché i piccoli salveranno i grandi e grande è l’industria del turismo che si muove attorno a San Gregorio Armeno - spiega il presidente della Bcc Amedeo Manzo - questa iniziativa non solo ci consente di prestare bene i soldi, di restituire dignità lavorativa e creditizia a questi artigiani ma ci ha consentito di avviare una ripresa dell’economia post pandemia applicando un nuovo modello che non è lontano dall’essere umano e che pone al centro dei processi l’essere umani”.



