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Hanno preso l’aereo giovedì 27 luglio diretti a Madrid per poi proseguire da lì in bici verso Lisbona. Sono i giovani della comunità pastorale di Bulgaro Grasso e Guanzate, provincia di Como. A guidarli don Alessio Bianchi, 50 anni, responsabile della pastorale giovanile.
«Ripartiamo da dove ci eravamo fermati nel 2011; in occasione della Giornata mondiale della gioventù di Madrid avevamo fatto un pellegrinaggio sempre in bici partendo da Milano con gli oratori di San Giuseppe dei Morenti e di Cesano Maderno Binzago. In continuità partiamo da lì e arriviamo a Lisbona percorrendo 670 chilometri. Le tappe sono state preparate da una mamma che ha sempre lavorato per l’ente nazionale per il turismo spagnolo. Al giorno faremo circa 100 chilometri di media; dovremmo passare da Merida e arrivare a Lisbona il 4 agosto».
Per chi li vorrà seguire durante il percorso… «siamo visibili su Instagram (https://instagram.com/gmg.guanzabulgar.esi?igshid=NGExMmI2YTkyZg==) e Facebook (https://www.facebook.com/profile.php?id=100094220125925) con il gruppo Giramondo giovani creato anche per ringraziare chi ha sostenuto economicamente il nostro viaggio. Siamo ventitré persone, diciotto che pedalano e cinque dello staff: due suore, due autisti e una ragazza che si occupa di cucina e cambusa etc. L’idea è di bussare alle porte di chi ci ospiterà lungo il cammino, facendo conoscenza. Portiamo il materassino, dormiamo a terra avvicinandoci piano piano a Lisbona; sul pulmino una piccola cucina da campo».
Non è una prestazione sportiva quella che hanno deciso di affrontare; «è più cicloturismo anche se 670 chilometri… i ragazzi vanno dai 17 anni, unico minorenne, ai primi anni di università; a Lisbona ci uniamo a quattro più grandi che lavorano, non potevano partire con noi e quindi li troveremo già là e ci fanno da apripista». Per il ritorno? «Un gruppetto salirà in aereo, qualcuno tornerà con il pulmino e qualcuno aggregandosi a un altro oratorio». Il senso di questa esperienza? «Io adoro la bicicletta perché è lenta, ma non come i piedi. Una lentezza che permette custodia e cura reciproca come insegna Gesù; quel camminare leggeri “senza residuo carbonico”, quell’andare fidandosi della strada e di chi si incontra con tanta semplicità».



