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La Pasqua di risurrezione è il centro della nostra fede e la festa più importante. Perché nelle nostre chiese domina Gesù morto in croce e non la sua immagine di risorto?
Elisa
Nella domanda c’è una profonda intuizione. Infatti, durante i primi cinque secoli i cristiani amavano presentare la croce senza Gesù crocifisso e fino al XII secolo il Cristo in croce veniva rappresentato vivo, con la tunica bianca dei risorti e una corona sul capo non di spine, ma regale. Morte e vita erano così unite nel segno della croce. Se, a partire dal XIII secolo, una particolare sensibilità spirituale ha portato ad accentuare i patimenti di Cristo, ciò non oscura il fatto che il cuore della nostra fede resti sempre la sua risurrezione. Non senza ragione la liturgia del Venerdì Santo è tutt’altro che un rito funebre, come forse si è tentati sovente di pensare. Essa celebra, invece, la croce quale trofeo di vittoria poiché è dal sacrificio che nasce la vita; è il dono di sé che rende preziosa la nostra vita per sempre. Questo ci ricorda il crocifisso nelle nostre chiese.



