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di padre Simon Pietro Herro, ofm
Nel cuore dell’oscurità, dove si susseguono immagini di distruzione, genocidio, fame e assedio, brilla una testimonianza cristiana viva che abbraccia insieme la terra e l’umanità. Restare a Gaza non è mai stata una scelta facile; è un atto profondo di fede e un messaggio di resistenza umana, proclamato sia dalla Chiesa cattolica che da quella ortodossa, affermando che i cristiani rimangono accanto a tutti gli abitanti, senza abbandonare né i fratelli né la propria terra, per quanto il fuoco divampi e il grido dell’oppressione si alzi forte.
Restare a Gaza non è solo una posizione religiosa, ma un grido di coscienza contro lo sfollamento forzato, un rifiuto di piegarsi alla logica della forza che vuole sradicare le persone dalle proprie radici. È la testimonianza che la vera umanità si traduce nell’azione: essere insieme nel dolore, nel pane scarso, nell’acqua negata, e nella preghiera che sale come incenso dai cuori trafitti dal lutto.
In mezzo alla fame e alla privazione, la Chiesa testimonia che la debolezza può diventare forza quando l’uomo si aggrappa ai suoi valori e alla sua fede. I cristiani di Gaza non si vedono come una minoranza isolata, ma come parte inseparabile di un unico popolo, condividendo insieme dolore e speranza — nelle lacrime dei bambini, nella tenacia delle madri, nella preghiera dei musulmani e nel silenzio dei fedeli cristiani davanti agli altari.
Rimanere qui non è suicidio, ma vita nel suo significato più alto: è rifiuto dello sfollamento forzato, attaccamento alla dignità, ed è insistenza nel proclamare: «Siamo qui, e non cancelleremo noi stessi dalla memoria di questa terra».
Oggi Gaza offre una testimonianza cristiana viva che dice al mondo: non basta pregare da lontano, bisogna stare con l’uomo là dove si trova. È una testimonianza contro la resa alle minacce e contro l’idea che la vita possa essere vissuta solo lontano dal pericolo. La vera vita si vive nella profondità della solidarietà, nel portare la croce, nel condividere fino alla fine il destino del popolo.
Così, la Chiesa a Gaza diventa luce nelle tenebre e voce che riecheggia con Cristo: «Non temete, io sono con voi fino alla fine del mondo».



