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La speranza è che si sia trattato solo di un pasticcio maldestro congegnato da una star della chirurgia neurologica globalizzata, che ad un certo punto ha perso la testa, dopo essere stato indagato, insieme al suo più fedele allievo e ad altri, dalla Procura della Repubblica di Salerno per una bruttissima storia di mazzette sulla pelle di pazienti gravissimi.
Eppure la domanda, ora che sono passati due giorni, è perché il professor Takanori Fukushima ha fatto harakiri, screditando la sua immagine internazionale? E’ mai possibile che un luminare di tal calibro, ammettendo per un attimo che il Papa abbia veramente qualcosa al cervello faccia spallucce e permetta al suo paziente di volare per ore verso il Sudamerica, di andare su e giù per Ande dove la pressione e l’ossigeno scarseggiano e poi di volare a Cuba e negli Usa, tornare e mettersi a lavorare al Sinodo più complicato nella storia della Chiesa? Se così fosse andrebbe radiato da tutti gli ordini professionali medici del pianeta. Potrebbe essere lui la fonte unica e perfetta della notizia?
C’è un indizio inquietante. La direzione del giornale che ha pubblicato la vicenda ha giurato di aver fatto tutte le verifiche del caso, di aver coscienziosamente lavorato sui fatti prima di farli diventare notizia. E dunque perché nessun cenno all’indagine della Procura di Salerno che coinvolge anche la clinica toscana, perquisita dai Carabineri, dove il luminare giapponese ha uno studio mostrato in favore di telecamere come santo luogo? Tutta la storia avrebbe avuto, evidentemente, una diversa percezione. Invece è andata diversamente e a nulla valgono i goffi tentativi di Fukushima di innestare la retromarcia per sparire dal cono dell’attenzione mediatica internazionale, togliendo dal web le foto taroccate dell’udienza dal Papa.
Forse il luminare teme che la sua stella sfolgorante di 600 interventi chirurgici all’anno finisca di brillare con gran danno per sé e le sue amate auto di lusso? I primi che si sono impuntati nella smentita, oltre al Vaticano naturalmente, sono stati non a caso gli amministratori del Carolina Neuroscience Institute di Raleigh in North Carolina (Usa) notoriamente sensibili al business sanitario. Ma fin qui sarebbe solo una storiaccia da chiudere in un battibaleno con buona pace per il harakiri professorale, che qualche soldo da parte comunque sembra di averlo.


Il fatto è che attorno alla vicenda si addensano nubi inquietanti sospinte dai professionisti del veleno sparso a più mani ( o manine) in un momento delicatissimo, mentre si chiude un Sinodo complesso che ha visto un confronto serrato non tanto sulla comunione o meno divorziarti, ma su un’idea di Chiesa più vicina alle speranze e alle angosce del nostro tempo. Il primo ad interrogarsi sul contesto è stato padre Antonio Spadaro, direttore della Civiltà Cattolica e padre sinodale: “Ormai non sanno più che dire, sono alla frutta! Dopo tutte le menzogne varie si inventano pure le malattie!”.
Padre Spadaro aveva denunciato l’esistenza di un’ “ermeneutica cospirativa” intorno al Papa. La tesi è stata rilanciata dall’Osservatore Romano,che ha bollato le notizie come “false” e commentato: “Il momento scelto rivela l’intento manipolatorio del polverone sollevato”. Fukushima è in buona compagnia, insieme al pasticcio della lettera della pattuglia di cardinali e dal coming out del monsignore gay polacco, con l’aggravante, della quale forse lui non si è reso conto, che la salute del papa è argomento da sempre sensibile, perfetto per ordire complotti, insinuare dubbi e disarticolare progetti. Non è un mistero che le novità introdotte da Bergoglio abbiano prodotto tensioni e che i prossimi mesi, successivi al Sinodo che si chiude domenica 25 ottobre, saranno decisivi e non assolutamente facili. Ebbene fare allusioni ad una testa del papa non completamente brillante, ma curabile significa maliziosamente insinuare che quel Jorge Mario Bergoglio, che continuamente chiede alla gente di pregare per lui, non è nel pieno delle sue facoltà e che forse sarebbe meglio pensare ad un ricambio o per lo meno ad un tagliando, che lo riporti a consigli più miti.
Monsignor Victor Manuel Fernandez, il teologo argentino più vicino al papa, rettore dell’Università cattolica di Buenos Aires, l’ha definita “strategia dell’apocalisse”, esattamente lo stesso archetipo dell’Isis per spaventare, prima che i cristiani, i musulmani a loro dire poco ortodossi. E si avvale, in questo come nel caso del Califfato dei tagliagole, di un brillante marketing mediatico.



