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«E’ stato un incontro caloroso e stimolante. Abbiamo parlato dell’Ucraina, della guerra e della strada per arrivare a una pace giusta». Così monsignor Vitalii Kryvytskyi, vescovo latino della diocesi di Kyiv-Zhytomyr, commenta l’incontro avuto ieri in Vaticano con papa Leone XIV. «Il Papa conosce bene la nostra situazione. Gli ho chiesto una parola di incoraggiamento per noi pastori e per il tutto il nostro popolo». Il Pontefice, riferisce Kryvytskyi, «ci ha chiesto di non perdere la speranza». Speranza e preghiera, in un momento particolarmente difficile e incerto per l’Ucraina, sulla quale già incombe l’incubo di un nuovo, rigido inverno sotto i bombardamenti russi che continuano a colpire senza tregua, in modo massiccio, tutto il Paese, a partire dalla capitale, mirando in particolare a mettere fuori uso le infrastrutture energetiche per fiaccare ancora di più la popolazione lasciandola al gelo.
Monsignor Kryvytskyi, 53 anni, salesiano originario di Odessa - chiamato a guidare la diocesi di Kyiv-Zhytomyr da papa Francesco nel 2017, a soli 44 anni, e consacrato vescovo dall’allora nunzio apostolico in Ucraina monsignor Claudio Gugerotti – ha portato in dono a papa Leone un’icona mariana proveniente dal Centro San Martino, la fondazione caritativa nata per opera dei frati domenicani e dedicata a San Martino de Porres, nella cittadina di Fastiv, a 70 km da Kyiv. A realizzare l’icona, una ragazzina e un ragazzino, alunni della scuola cattolica del Centro San Martino, che accoglie 55 allievi dalla scuola dell'infanzia fino al ginnasio (le scuole medie).


Come raccontano dal Centro, Karina è la figlia di un soldato che ora è in guerra, Jan è un ragazzino sfollato, costretto a trasferirsi a Fastiv da Kryvyj Rih, nella regione di Dnipropetrovs'k, a causa dei bombardamenti. I due giovanissimi artisti sono stati seguiti e aiutati da suor Daniela Radomska, religiosa polacca che nel Centro domenicano, diretto da padre Mykhailo Romaniv, porta avanti con passione e dedizione un laboratorio di arte delle icone, come strumento di riabilitazione psicologica e rigenerazione spirituale per le persone che a causa della guerra hanno subìto un lutto, una perdita, un trauma profondo nell’animo. «La cosa più preziosa che abbiamo in guerra sono i nostri figli», dicono dal Centro San Martino, che il 3 novembre, festa di San Martino de Porres, celebra i suoi primi vent’anni di attività. «I bambini hanno preparato questo dono per il Papa con grande tenerezza, mettendoci il loro cuore e la loro fede».
(Nella foto in alto: monsignor Vitalii Kryvytskyi, 53 anni)



