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L’hanno subito ribattezzato la Stonehenge italiana; il parco archeologico di Saint-Martin-de-Corlèans (Aosta) comprende reperti che raccontano oltre 6.000 anni di storia. In 9.821 metri quadrati si vive un incredibile viaggio nel tempo che parte dal Neolitico e arriva ai giorni nostri. Il sito - visitabile grazie a moderne passerelle - presenta una stratificazione di sei metri con testimonianze che partono dalla fine del Neolitico, attraversano l'età del Rame, del Bronzo, del Ferro e Romana, per giungere al Medioevo e all'età Moderna. Nato come santuario nell'Età del rame con simulacri di culto (prima pali lignei, poi stele che riproducono la figura umana), fino all'Età del ferro rivestì una funzione funeraria con imponenti monumenti costruiti con grandi pietre (i megaliti), come il dolmen su piattaforma triangolare. Fu scoperto nel 1969 durante gli scavi per la costruzione di tre condomini in un quartiere popolare alla periferia occidentale del capoluogo valdostano: una ruspa portò alla luce una tomba Gallica risalente al secondo secolo avanti Cristo. Negli anni successivi sono continuati gli scavi e gli studi, con un investimento di 40 milioni di euro. E non è finita qui: si prevedono lavori per altri 20 anni. Oltre all'area archeologica, il sito offre un museo con importanti reperti e avrà un centro di ricerca per l'archeologia preistorica e protostorica. «Il turismo culturale riveste una grande importanza. Il nostro obiettivo è promuovere il tessuto straordinario che rende il nostro paese unico al mondo. Questo sito è un esempio straordinario», ha detto il sottosegretario ai beni culturali e turismo, Ilaria Borletti Buitoni, intervenuta all'inaugurazione.



