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“C’è comunque qualcosa che una donna sa e che un uomo non sa, ed è cosa significa diventare madre, avere due battiti nel cuore in un solo corpo”. C’è un grande tenerezza, quasi poesia, nelle parole usate dal regista statunitense Peter Sellars per raccontare lo spettacolo che dal 9 ottobre mette in scena al Teatro Costanzi per la stagione dell’Opera di Roma.
Si tratta della prima italiana di Adriana Mater, composta dalla musicista finlandese Kaija Saariaho, una delle grandi musiciste del nostro tempo, purtroppo scomparsa nel giugno del 2023 a causa di un tumore cerebrale.
Kaija Saariaho, nata a Helsinki nel 1952, è stata una delle poche artiste contemporanee ospitate al Metropolitan Opera di New York: Nel 2021 le era stato conferito dalla Biennale Musica il Leone d’Oro alla carriera “per lo straordinario livello tecnico ed espressivo raggiunto nelle sue partiture corali e per l’originalità del trattamento della voce”. Sempre nel 2021 la sua ultima opera, Innocence, è stata accolta da un trionfo di pubblico e critica al festival di Aix-en-Provence. Ispirata a una sparatoria di massa in una scuola, parlata e cantata in più lingue, Innocence è stata definita da Alex Ross sul New Yorker “un grido monumentale contro la violenza delle armi”.
Anche Adriana Mater tocca un tema tragico del nostro tempo. La vicenda si consuma in uno scenario bellico in cui una madre, Adriana, deve affrontare una maternità nata dalla violenza fisica. La protagonista decide di portare a termine la gravidanza frutto dell’abuso del soldato Tsargo, nonostante l’opposizione della sorella Refka. Una volta cresciuto però, il figlio Yonas, manifesta un’oscura irrequietezza, che insinua nella protagonista il dubbio che l’animo di quel giovane uomo sia fatalmente legato alle circostanze violente della sua nascita.
L’opera è stata composta nel 2005 su libretto in francese di Amin Maalouf, giornalista e scrittore libanese naturalizzato francese, dal 2011 membro della Académie Française. L’opera ha debuttato nel 2006 a Parigi con la regia di Sellars, che ci è tornato più volte fino all’ultima ripresa nel 2023 a San Francisco, poco prima della scomparsa della compositrice. Sellars la rimette in scena in un nuovo allestimento del Teatro dell’Opera di Roma.
Peter Sellars, originario di Pittsburgh, regista innovativo e audace noto per la sua capacità di fondere elementi della cultura europea con quelli della tradizione americana, durante la sua carriera ha diretto festival, teatri ed eventi tra i più prestigiosi in America e nel mondo.
“Kaija Saariaho ed io abbiamo avuto una lunga e molto profonda amicizia”, racconta il regista. “Spesso diceva ‘voglio scrivere un’opera su una madre, perché in tutta la storia dell’opera non c’è mai stato un lavoro teatrale su una madre scritta da una donna. Adriana Mater è un'opera immensa, potente, ma con solo quattro personaggi, come una tragedia greca’.
Sul podio il direttore spagnolo Ernest Martínez Izquierdo, anche lui al suo primo impegno con la Fondazione capitolina, che con Saariaho ha lavorato per trent’anni.
L’opera in due atti e sette scene è realizzata dall’Opera di Roma in collaborazione con la San Francisco Symphony. Sul palco nel ruolo della protagonista, Adriana, il mezzosoprano Fleur Barron. Gli altri tre interpreti sono la soprano Axelle Fanyo (Refka), il tenore statunitense Nicholas Phan (Yonas) e il baritono Christopher Purves (Tsargo). Il coro è affidato a Ciro Visco. I costumi sono di Camille Assaf, le luci di Ben Zamora, sound designer Timo Kurkikangas.
Dopo la prima rappresentazione, giovedì 9 ottobre (ore 20), Adriana Mater di Kaija Saariaho torna in scena sabato 11 (ore 18), domenica 12 (ore 16.30), martedì 14 (ore 20) e giovedì 16 ottobre (ore 20). La replica del 14 ottobre è trasmessa in diretta su Rai Radio 3.
Nella foto di Fabrizio Sansoni, un momento delle prove con Fleur Barron e Nicholas Phan



