«Buongiorno. E' inevitabile che il trascorrere del tempo porti tutti noi ad allentare i legami con le vicende del passato. Io di lei non potrei mai dimenticarmi. Lei è stato un dono piovuto dal cielo e che ha avviato a soluzione molti dei miei problemi». Inizia così la lettera che un ferroviere ha inviato all'"Angelo invisibile", l'ignoto benefattore di cui si sa solo che è un facoltoso ex banchiere che anni fa gli ha donato 20 mila euro senza condizioni per pagare i debiti che aveva accumulato per far studiare i figli.

Lo abbiamo incontrato e abbiamo raccontato la sua storia nel numero di Famiglia Cristiana in edicola. L'occasione è stata la pubblicazione di un suo romanzo Lettera ai figli sull'incertezza dedicato ai suoi figli che lo hanno deluso. Dopo aver dato loro tutto, infatti, lo hanno abbandonato quando ha scoperto di avere una grave malattia degenerativa che lo costringe all'immobilità per lunghi giorni. «Con questo libro vorrei far capire che il senso della vita non è nei vestiti griffati e nelle belle macchine». A dargli conforto, ci sono le tante testimonianze delle persone a cui ha fatto del bene e che, sempre in forma anonima, continua a seguire.

Ecco il seguito della lettera del ferroviere: «
Vorrei portare a sua conoscenza i risultati del mio tribolare ed anche del suo aiuto. Mio figlio è laureato magistrale in Scienze Statistiche. Dopo una dura gavetta adesso lavora, sempre come statistico nel settore della moda e si è sposato. Mia figlia dopo la laurea triennale in Economia aziendale, dopo vari contratti di sei mesi non è mai riuscita ad ottenere il contratto definitivo. Casualità ha voluto essere stata chiamata a sostituire una "educatrice" nell'assistere un disabile in una scuola materna. Ha scoperto una passione tale che ha lasciato il suo primo interesse, si è iscritta alla a Scienze dell'Educazione, alle dipendenze di una cooperativa esercita il compito di educatrice nelle scuole elementari e materne. Con la futura laurea spera di entrare a pieno titolo nella Scuola Statale.  Io? Sono felicemente in pensione. Le auguro ogni bene e voglio pensare che lei viva nelle migliori condizioni da lei desiderate. Distinti saluti».