Nonostante rappresentino oltre la metà dei laureati in Italia (58,7%), sono ancora troppo poche le ragazze che scelgono un indirizzo di studi nelle materie scientifiche. Nel 2020 solo il 18,9%, si è laureata in una di queste materie - contro il 39,2% dei ragazzi – e, se si guarda alle lauree in informatica, il dato scende al 15%. Eppure le competenze STEM saranno indispensabili per il futuro del lavoro; già oggi 84% dei datori ha in agenda la digitalizzazione dell'azienda e il 50% l'automazione di alcuni settori. A pesare su questa scelta è l’idea di non essere portate per le materie scientifiche, nonostante gli studi dimostrino il contrario. Un pregiudizio che si plasma sin da piccole quando, già intorno ai 6 anni, le aspirazioni lavorative vengono influenzate da stereotipi di genere che si ripercuotono sulle scelte future e influenzano anche la selezione nel mercato del lavoro (fonte: Drawing the future, New York University). I dati dall’EIGE, l’Istituto Europeo per la parità di genere, parlano chiaro: solo due impieghi su dieci nel settore ICT, tecnologie dell’informazione e della comunicazione sono occupati dalle donne.

Per questo motivo nel 2015 l’Onu ha istituito la Giornata Mondiale delle Donne e delle Ragazze nella Scienza, che si celebra ogni anno l’11 febbraio. «È stata», spiega la ministra per le Pari opportunità e la Famiglia, Elena Bonetti, in visita in questi giorni all'Expo 2020 di Dubai, «un'intuizione fondamentale per definire una delle sfide principali che abbiamo nel tempo che ci attende: investire in educazione, formazione e valorizzazione del femminile anche nell'ambito scientifico, aumentare le competenze per le ragazze e rimuovere ogni barriera o stereotipo che ancora oggi purtroppo esiste e che induce troppe ragazze a non scegliere le materie scientifiche perché pensano di non essere adatte».

«La scienza ha bisogno delle donne, e le donne hanno bisogno della scienza per affrontare i nuovi linguaggi che il futuro le vuole come protagoniste. Oggi celebriamo una giornata per dire alle ragazze che possono davvero trovare nel mondo della scienza lo spazio ideale per poter realizzare i loro sogni e farli diventare realtà», ha detto la ministra. Bonetti all’Expo di Dubai venerdì pomeriggio parteciperà a due forum organizzati da Aspen e Fondazione Bracco. Il primo incontro, dal titolo «Mind the STEM Gap», sarà incentrato sull'importanza dell'educazione delle ragazze nelle discipline STEM, e vedrà gli interventi in collegamento, tra gli altri, del ministro dell'Istruzione Patrizio Bianchi e della ministra dell'Università e Ricerca, Maria Cristina Messa che ha chiesto più borse di studio per le ragazze Stem e sostegni alla mobilità: «Serve non solo una maggiore consapevolezza ma anche un cambio di passo che deve iniziare dalla scuola e dalla famiglia», ha spiegato la ministra, «abbiamo messo in atto una serie di misure di incoraggiamento e di incentivazione per le ragazze a iscriversi alle lauree Stem - ha ricordato - una misura messa in atto aumentando le borse di studio per le più capaci e meritevoli, in particolare con un aumento del 20% sulle delle borse di studio per le donne che si scrivono a lauree Stem».

In occasione di questa Giornata, l’associazione Valore D, che raccoglie oltre 280 imprese italiane e dal 2009 si impegna per l’equilibrio di genere e per una cultura inclusiva nelle organizzazioni e nel nostro Paese, lancia #VALORED4STEM (Valore D for Stem) una campagna di opinione sul tema cruciale, ma troppo spesso dimenticato, della partecipazione delle donne al mondo scientifico.

Tra le varie iniziative un video che pone l’accento sulla necessità di invertire la narrazione fin troppo consolidata che allontana donne e ragazze dai settori legati alla scienza e incoraggiarle nello studio delle materie STEM, che sono alla base della maggior parte delle professioni del futuro.



Il ruolo della scuola

«Il pregiudizio che vuole le ragazze non portate per le materie scientifiche è purtroppo ancora molto diffuso ed è necessario cambiare questa narrazione, non solo perché non corrisponde a verità, ma soprattutto perché crea disparità di opportunità nell'accesso a quelle professioni che sono sempre più richieste dal mercato», commenta Barbara Falcomer, direttrice generale Valore D, «bisogna abbattere gli stereotipi affinché più ragazze scelgano percorsi STEM se non vogliamo che le donne siano ancora una volta svantaggiate nel mondo del lavoro».

La conferma arriva anche dalla professoressa Amalia Ercoli Finzi, una delle maggiori esperte di Ingegneria Aerospaziale, prima donna a laurearsi in Ingegneria Aeronautica in Italia: «C’è bisogno di donne che operino nell’ingegneria, nella ricerca scientifica, esperte in matematica e soprattutto nelle tecnologie, perché queste, le STEM, sono gli spazi in cui si articolerà il nostro futuro e esserne tagliate fuori vuol dire consegnare ad altri, gli uomini, il potere di costruirlo come vorranno». 

La scuola gioca un ruolo fondamentale nell’orientare le scelte di studio. Lo conferma anche l’indagine #VALORED4STEM promossa da Valore D tra 61 aziende del network che, fotografando la presenza delle professioniste STEM nelle organizzazioni italiane, rileva che oltre il 62% delle rispondenti aveva una predilezione per queste materie già sui banchi di scuola e che il 20% ha incontrato sulla sua strada un/una docente che le ha fatte appassionare alle STEM. Favorire la presenza femminile negli ambiti STEM avrebbe effetti positivi per l’economia. Sempre l’EIGE stima che colmare il divario fra uomini e donne nelle professioni tecnico-scientifiche contribuirebbe a una crescita del PIL europeo pro-capite del 2,2-3% nei prossimi 30 anni.

«Il mondo del lavoro», sottolinea Paola Mascaro, presidente Valore D, «sarà plasmato dalle discipline STEM e già oggi un’azienda su quattro ha difficoltà nel trovare profili adatti a ricoprire il ruolo. È necessario un grande sforzo di comunicazione che parta dalle scuole e dalle famiglie e superi lo stereotipo delle materie scientifiche noiose e difficili, e quindi non adatte alle ragazze. Bisogna agire un profondo cambiamento culturale che mostri alle donne le potenzialità di un lavoro in ambito STEM affinché aumenti la loro presenza nei settori che oggi contribuiscono di più all’innovazione e alla crescita del business».