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Il rapporto tra il Festival di Cannes e Spike Lee è ormai solido e duraturo. Quando il regista è stato presidente di giuria nel 2021 ha annunciato il vincitore (Titane di Julia Ducournau) in anticipo, e quest’anno ha bruciato la notizia rivelando che sarebbe stato sulla Croisette attraverso i suoi social. Personalità eccentrica, ma tra le più importanti del nostro tempo. Il suo è un cinema urlato, sempre dalla parte dei diritti degli afroamericani. Si tratta di una voce potente e necessaria, in totale contrappunto alla regia rigorosa di altri colleghi, come i fratelli Dardenne (oggi in concorso qui a Cannes).
Lee era in lizza per la Palma d’oro nel 2018 con BlackKklansman, che raccontava una storia incredibile: come un poliziotto di colore era riuscito a infiltrarsi nel Ku Klux Klan. Oggi il suo ultimo film Highest 2 Lowest è fuori concorso sulla Croisette.
Alla base c’è il film di Akira Kurosawa del 1963 Anatomia di un rapimento. Ma non bisogna lasciarsi ingannare, perché in questo caso, più che di un remake, bisognerebbe parlare di una reinterpretazione. Il maestro giapponese è solo un punto di partenza, anche perché resta inavvicinabile. Poi Lee scatena la sua forza creativa. Questa volta utilizza toni più leggeri, mescolando l’ironia al dramma. La cinepresa non si sofferma in modo immediato sui diritti, sulla parità, sull’uguaglianza. All’apparenza Highest 2 Lowest potrebbe sembrare un film di genere più rivolto verso Inside Man che verso La 25ª ora (anche se la sequenza iniziale potrebbe ricordarla). Ma l’accento è comunque sul presente.
Non è un caso che qui a Cannes, durante la Cerimonia di apertura, Robert De Niro abbia attaccato la politica di Trump sui dazi applicati all’arte. Allo stesso modo, sempre dalla Croisette, Spike Lee invoca un mondo migliore in cui tutti abbiano le stesse opportunità. In una delle sequenze centrali si assiste a un concerto dove sventolano le bandiere portoricane. Sul palco il gigante è il pianista Eddie Palmieri, che detta il ritmo dell’azione. E ancora una volta la violenza sorge dalle periferie, da chi si sente abbandonato.
Lee ritrova il suo sodale collaboratore Denzel Washington, che si cala nei panni di un produttore discografico di successo. Ma poi la situazione precipita, la criminalità prende il sopravvento e l’adrenalina sale. Ci sarà un dilemma morale che il protagonista dovrà sciogliere: salvare una vita umana o pensare ai soldi? Lee risponde a questo dubbio con una storia focalizzata sulla musica, su come sta cambiando l’industria e su come il turbocapitalismo stia spegnendo le passioni.
Highest 2 Lowest è un focus sul contemporaneo a cui Cannes, in questa 78ma edizione, è profondamente legata. Alla proiezione ufficiale in Lumière è stata consegnata a sorpresa la Palma d’oro onoraria a Denzel Washington: un riconoscimento imprescindibile, accolto da scroscianti applausi, che omaggia uno dei più grandi attori della storia del cinema.



