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Un disegno a carboncino con dei pigmenti bianchi mostra una giovane donna dall’enigmatico sorriso a seno nudo: i tratti sono quelli inconfondibili della Gioconda di Leonardo da Vinci, forse il quadro più celebre al mondo. Conservato al Musée Condé du Domainede Chantilly (Oise) e facente parte della collezione di Henri d’Orléans, duca d’Aumale, non era mai uscito dalle sue stanze. Da un mese però si trova al Louvre di Parigi per essere esaminato. Riflesso infrarosso, radiografia, fluorescenza X: il doppio foglio incollato delle dimensioni di 72 x 54 cm è oggetto nel più grande segreto, di una batteria di analisi al Centro ricerca e restauro del Museo. In questi locali blindati, situati nel sottosuolo del più grande museo del mondo, sta svelando i suoi misteri. Questo disegno, ai margini, ma di una qualità rimarcabile per quanto riguarda i tratti del viso e delle mani, è sicuramente un cartone preparatorio per una pittura a olio. Ha rivelato nei contorni una serie di piccoli fori. Nel XIX secolo, all’epoca del duca d’Aumale, era stata attribuita a Leonardo. Poi, prudentemente, gli specialisti hanno pensato a una variazione del XVIII o XVIII secolo della Gioconda o attribuito ai membri dell’Atelier di Leonardo. Oggi gli studi rivelano che le prime intuizioni erano corrette. Questo disegno almeno in parte è opera del maestro stesso.
Sono state ritrovate delle filigrane nella carta che rivelano come essa possa essere stata fabbricata tra il 1485 e il 1538, ed era in commercio in Italia ai tempi di Leonardo. Anche se i tratteggi periferici del viso sono quelli di un destrimane, mente Leonardo era mancino, ci sono dei segnali che indicano come non si tratti né di un ricalco né di una copia di un originale perduto.
Nel mondo esistono circa una ventina di versioni della "Gioconda nuda" del secolo XVI, tra cui quella di Gian Giacomo Caprotti (detto il Salai), allievo di Leonardo.
l disegno resterà nei laboratori del Louvre ancora un altro mese e sarà esposto nel 2019 in occasione dei 500 anni dalla morte dell'artista-scienziato del Rinascimento.
Sono state ritrovate delle filigrane nella carta che rivelano come essa possa essere stata fabbricata tra il 1485 e il 1538, ed era in commercio in Italia ai tempi di Leonardo. Anche se i tratteggi periferici del viso sono quelli di un destrimane, mente Leonardo era mancino, ci sono dei segnali che indicano come non si tratti né di un ricalco né di una copia di un originale perduto.
Nel mondo esistono circa una ventina di versioni della "Gioconda nuda" del secolo XVI, tra cui quella di Gian Giacomo Caprotti (detto il Salai), allievo di Leonardo.
l disegno resterà nei laboratori del Louvre ancora un altro mese e sarà esposto nel 2019 in occasione dei 500 anni dalla morte dell'artista-scienziato del Rinascimento.



