L’amore per l’altro e per la giustizia può guidare le scelte della vita: è da sempre il messaggio che anima la Comunità di Sant’Egidio e che si riflette in una testimonianza drammatica, quella di Floribert, membro della stessa Comunità. 

La prossima puntata di Sulla Via di Damasco, in onda il 27 luglio, ore 8.30, su Rai Tre, vedrà la partecipazione di Marco Impagliazzo, presidente della Comunità di Sant’Egidio, e si concentrerà dapprima sulla vita e sul sacrificio di Floribert Bwana Chui, un giovane congolese che ha deciso di lasciarsi plasmare dall’amore, facendone la bussola della sua esistenza.

La sua testimonianza, raccontata attraverso un’intervista al suo postulatore, don Francesco Tedeschi, mette in luce come la fede possa diventare il motore di scelte coraggiose e di una vita dedicata agli altri. Floribert, doganiere, ha scelto di rifiutare il male fino in fondo; ucciso nel 2007 per aver negato di far passare carichi di cibo avariato, proteggendo così la salute e le speranze dei più poveri.

Beatificato domenica 15 giugno scorso nella basilica romana di San Paolo Fuori le Mura, il giorno successivo papa Leone ha detto di lui – ricordando quanto «i giovani possono essere "un fermento di pace disarmata e disarmante»- «Floribert è stato un uomo di pace. In una regione tanto sofferente come il Kivu, lacerata dalla violenza, portava avanti la sua battaglia per la pace con mitezza, servendo i poveri, praticando l'amicizia e l'incontro in una società lacerata».

E ancora, ha detto il Pontefice, nell'udienza ai pellegrini della Repubblica Democratica del Congo arrivati a Roma proprio per la sua beatificazione: «Da dove un giovane traeva la forza di resistere alla corruzione, radicata nella mentalità corrente e capace di ogni violenza? La scelta di mantenere le mani pulite, era funzionario alla dogana, maturò in una coscienza formata dalla preghiera, dall'ascolto della Parola di Dio, dalla comunione con i fratelli. Viveva la spiritualità della Comunità di Sant'Egidio, che papa Francesco ha riassunto con tre “P”: preghiera, poveri, pace. I poveri erano decisivi nella sua vita. Il Beato Floribert viveva una familiarità impegnata con i ragazzi di strada, spinti a Goma dalla guerra, disprezzati e orfani».

All’interno del programma di Vito Sidoti, anche la storia di George, siriano, salvo grazie ai corridoi umanitari. A seguire, uno spazio dedicato ai giovani, con le voci dall’Ecolab di Roma, un progetto che rappresenta un anello fondamentale della grande catena di solidarietà di Sant’Egidio, curato dai Giovani per la pace per aiutare tante persone in difficoltà. La regia è di Marina Gambini.

Foto di copertina, Ansa