La musica, l’insieme delle voci di un coro può unire laddove la politica, la propaganda,  il fanatismo religioso, hanno creato divisione che sembrano insanabile e che continuano a martoriare Israele e Palestina. Il coro Amwaj è nato per quello, per unire laddove tutto è diviso e contrapposto. Lo ha creato dieci anni fa a Hebron e Betlemme, nel sud della Cisgiordania il violinista italiano Michele Cantoni con la moglie Mathilde Mattu, docente al Conservatorio di Parigi. Amwaj in arabo significa «onda», energia che non si ferma.

 L'obiettivo è quello di offrire un'educazione musicale intensiva e di qualità a bambini e giovani che non hanno accesso ad alcuna attività artistica. Oggi, 65 bambini, bambine e giovani di età compresa tra i 7 e i 22 anni, ricevono dalle sei alle otto ore di lezioni settimanali che includono canto corale, tecnica vocale, lingue straniere, cultura e formazione musicale, introduzione al pianoforte e alle percussioni, teatro, espressione corporea, yoga e ben altro. Inoltre, cinque giovani adulti seguono attualmente, presso la scuola corale, una formazione professionale (direzione, composizione, arrangiamento, accompagnamento al pianoforte, pedagogia) per diventare a loro volta formatrici e formatori. L'équipe di insegnanti svolge anche regolari attività di mediazione in tutta la Cisgiordania (scuole, SOS Children’s Villages, centri culturali, ospedali, campi profughi, aziende, ecc.)



In un momento estremamente tragico per il popolo palestinese, le voci dei bambini e dei giovani del coro Amwaj di Betlemme e Hebron cantano la desolazione e l’esilio in un programma multilingue che fonde musica tradizionale, creazioni contemporanee e repertorio palestinese. E ora tornano in Italia per un tour dal titolo Dalia, voci d’esilio, che partirà da Miano (primo concerto domenica 21 settembre alle 18,30 al Teatro di via Fezzan con ingresso libero e offerta per il progetto) per poi toccare Genova, Firenze, Lavagna, Modena, Vicenza, Venezia. L’arrivo di 45 ragazzi sotto i 20 anni e i loro accompagnatori è previsto nel tardo pomeriggio a Milano, dove saranno accolti da tutte le famiglie milanesi che, grazie a un passa parola, si sono resi disponibili per ospitarli a casa loro fino al 23 settembre, così come accadrà nelle altre città.