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A Udine per riflettere sui problemi più scottanti del nostro tempo. L'undicesima edizione del festival Vicino/Lontano, a cura di Paola Colombo e Franca Rigoni, in programma dal 7 al 10 maggio, propone cento incontri per capire il mondo reale e virtuale che cambia attraverso alcune tematiche cardine: terrorismo, povertà, cibo, sesso, democrazia, guerra, immigrazione. Dall'Europa agli Stati Uniti, riflettendo sul loro peso nel nuovo scacchiere internazionale in un mondo sempre più globalizzato, alle atmosfere e alle questioni più spinose legate al continente africano, al problema dell'immigrazione strettamente connesso con il futuro dell'Europa e del mondo.
Un viaggio-riflessione in una città che pullula di iniziative culturali tra dibattiti, workshop, lezioni magistrali, spettacoli, proiezioni, percorsi espositivi che parte giovedì 7 maggio con il tabù per antonomasia, il sesso, cui è dedicato un focus nella chiesa San Francesco con protagonisti Riccardo Iacona, volto televisivo del giornalismo d'inchiesta, e il sociologo Marzio Barbagli, e che culmina il 9 maggio, al teatro Nuovo Giovanni da Udine, con il Premio Letterario Internazionale Terzani 2015, assegnato al giornalista belga David Van Reybrouck per il suo emozionante volume Congo (Feltrinelli), definito il più grande reportage africano dai tempi di Ryszard Kapuscinski: settecento pagine che muovono dallo scenografico estuario del Congo per poi addentrarsi nell'immenso continente africano e nelle sue mille contraddizioni attraverso interviste, indagini storiografiche e archeologiche. A dialogare con il vincitore, l'inviato di guerra del quotidiano La Stampa Domenico Quirico, vittima di un lungo sequestro in Siria, che affronta il tema del terrorismo con il sociologo Stefano Allievi. America ed Europa sono al centro delle lezioni magistrali di Lucio Caracciolo, direttore della rivista di geopolitica Limes, che approfondisce il meccanismo politico-istituzionale americano, e dell'antropologo ed etnologo francese Marc Abeles, che affronta il tema “L'Europa, la globalizzazione e la politica della sopravvivenza”. In chiusura, nella chiesa San Francesco, si torna a discutere su Africa e immigrazione, tra convenienza economica e marginalità giuridica dei nuovi arrivati, interrogandosi sull'emergenza dei flussi migratori e sulla loro reale portata.



