IL GESTO DI ETTORE DI LUIGI ZOJA - RECENSIONE

Servirebbe un trattato per presentare Il gesto di Ettore (Bollati Boringhieri), uno degli studi più importanti sulla paternità, pubblicato in una edizione rivista, aggiornata e ampliata.

In un viaggio affascinante e documentatissimo, Luigi Zoja ci porta a scoprire la nascita della paternità, il suo edifiarsi nel secoli, fino alla sua scomparsa, con la quale ancora oggi conviviamo. Schematizzando, possiamo dire che se la maternità è un ruolo più biologico, quello della paternità è invece culturale. Che appunto fiorisce nella nostra storia evolutiva, portando il maschio a distanziarsi dall’aggressività istintiva per diventare, appunto, padre.

Sono davvero belle le pagine in cui lo psicoanalista racconta l’edificarsi della fiura paterna leggendo le pagine dei poemi omerici e dell’Eneide. Emerge l’intrinseco e forse insuperabile paradosso che costituisce l’essere padre: chiamato a prendersi cura dei figli e della famiglia, ma al tempo stesso a farsi valere nel mondo esterno. Con la Riforma e le Rivoluzioni (la parte sull’influenza del cristianesimo è forse la meno approfondita) l’autorità paterna viene progressivamente messa in discussione – come ben sappiamo oggi, ancora immersi in questo orizzonte critico – creando un vuoto tuttora non colmato.


CENTAURI DI LUIGI ZOJA - RECENSIONE

Se il padre è la polarità luminosa del maschio, resta latente in lui la polarità opposta, quella del ritorno all’istintualità aggressiva e predatoria, in cui l’uomo annulla secoli di civiltà per indossare di nuovo i panni del guerriero e la violenza e il branco sono il suo unico linguaggio, come spiega Zoja in Centauri (sempre Bollati Boringhieri).

Gli episodi di stupro individuale o di gruppo delle cronache e i genocidi del XX secolo sono il risultato di una negazione della paternità in nome del regresso alla barbarie primitiva.