Non solo ville e terreni. Anche opere d'arte, non si sa quanto apprezzate. Nel patrimonio dei mafiosi ci sono anche quadri di grandi artisti. Tele firmate da Sironi, De Chirico, Ligabue, Carrà, Fontana, Guttuso. E chissà che fine ha fatto quel meraviglioso Caravaggio (una Natività con i santi Lorenzo e Francesco d'Assisi) rubato il 18 ottobre del 1969 nell'Oratorio di San Lorenzo a Palermo.

 

Non si sa se e quando potremo rivedere quel capolavoro, ma intanto consoliamoci ammirando le 125 opere che dal 7 maggio vengono esposte nelle sale del Palazzo della Cultura di Reggio Calabria. Ai quadri degli artisti citati si aggiungono la collezione “San Paolo” di icone russe e la “copia” del San Giorgio attribuita ad Antonello da Messina. Le opere andranno a formare una collezione permanente e nel nuovo Palazzo della Cultura ci saranno spazi dedicati anche agli artisti contemporanei calabresi.

 

La cultura e la lotta per la legalità sono legate a filo stretto. Così la mostra delle opere d'arte confiscate alla mafia sarà sempre un segnale e un monito: il simbolo di un patrimonio restituito alla comunità”, dichiara Eduardo Lamberti-Castronuovo, assessore provinciale alla Cultura e alla Legalità. Il Palazzo ospiterà anche la Biblioteca, in cui saranno raccolti libri rari dal Sette all'Ottocento della Collezione Calarco.

 

Questi sono giorni di grande vitalità culturale per Reggio Calabria, che dal 25 aprile al 25 maggio celebra gli Stati Generali della Cultura. Per l'occasione è stato presentato, alla presenza di Matteo Renzi, il nuovo allestimento del Museo Archeologico (con le sale dedicate ai Bronzi di Riace). Non è mancato anche un importante omaggio musicale il 29 aprile, con il concerto al Teatro Cilea dell'Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai, solista il violoncellista Mario Brunello.