Negli anni Venti del secolo scorso, attraversare la Manica a nuoto era un'impresa ai limiti del leggendario. Un'impresa che era riuscita solo a pochissimi uomini. Quando Trudy Ederle, un'esile ragazza americana, annunciò di voler tentare la traversata nel 1926, furono davvero in pochi a prenderla sul serio, in un'epoca in cui i pregiudizi verso le capacità femminili erano la norma.

La sua incredibile storia, che ha rotto gli schemi di un tempo, approda stasera in prima visione su Rai 1 alle 21,30 nel film "La ragazza del mare" (2024), con protagonista Daisy Ridley. Il film racconta il ruolo cruciale della determinazione di Trudy nel superare non solo le acque gelide, ma anche un destino che sembrava segnato. Nata  a ManhattanNew York, nel 1905, era la terza dei sei figli di una coppia diu origini olandesi. Sopravvissuta miracolosamente da bambina a una grave forma di morbillo che le aveva leso l'udito, la sua vocazione nacque da una tragedia: quando, all'età di 9 anni,  seppe che durante l'incendio di una nave erano morte solo donne, unicamente perché non sapevano nuotare, chiese ai genitori di iniziare un corso di nuoto. Ma la passione per lo sport  agonistico arrivò solo a 15 anni. E ben presto si distinse n elle gare tanto da essere la prima detentrice di 5 record mondial. Ai Giochi del 1924 di Parigi vinse la medaglia d'oro con la staffetta 4x100 m stile libero statunitense, più due medaglie di bronzo individuali nei 100 m e nei 400 m. Nel 1925 nuotò per 21 miglia (circa 34 km) attraverso la baia di New York, da Manhattan a Sandy Hook, in 7 ore e 11 minuti, stabilendo il nuovo primato assoluto (maschile e femminile). Quell'anno tentò anche la traversata della Manica, ma dovette abbandonare per squalifica, essendo stata sostenuta da uno degli allenatori durante un attacco di tosse. Ma non si arrese e ci riprovò Quando il 6 agosto 1926 compì la traversata della Manica in un tempo di 14 ore e 34 minuti, superò il primato maschile dell’epoca. Dopo l’impresa, fu acclamata da folle oceaniche a New York, ma con il tempo la sua figura è stata in gran parte dimenticata. Lei stessa preferì dedicarsi all’insegnamento del nuoto ai bambini sordi piuttosto che alla vita da star. Nel 1965 fu inserita nella International Swimming Hall of Fame, la Hall of Fame internazionale del nuoto. Morì il 30 novembre 2003, all'età di 98 anni.

 



 La storia reale, che il film "La ragazza del mare" racconta basandosi sull'omonimo libro del 2009 di Glenn Stout, ha tutti i connotati della classica favola Disney sull'andare oltre i propri limiti. Eppure, la regia del norvegese Joachim Rønning evita di costruire una supereroina. Quella che emerge è la vicenda profondamente umana di una giovane donna che, lottando contro le avversità e cercando sé stessa, non solo compì un gesto atletico rivoluzionario, ma cambiò per sempre la percezione dello sport femminile.