Alexandre Dumas era un abile romanziere che aveva già capito come creare aspettative verso  le sue storie. E per creare interesse nei confronti di un nuovo romanzo destinato a uscire a puntate, quale migliore idea di affermare che Il conte di Montecristo (comparso a puntate tra il 1844 e1846) si trattasse di una sua rivisitazione di una storia vera di cui era venuto a conoscenza negli archivi della questura di Parigi? E la sua affermazione è stata presa per... vera,  tanto che chiunque su Wikipedia può trovare la biografia di tal François Picaud, ambizioso calzolaio di Nîmes, che alla vigilia delle nozze con una donna facoltosa, si ritrova tradito da amici gelosi e accusato di essere una spia. Condannato ingiustamente, incontra in carcere un abate che, alla sua morte, gli lascia in eredità le sue ricchezze. Rilasciato dopo sette anni, Picaud trascorse il resto della sua vita conducendo una vendetta tanto sanguinosa quanto macabra. Finisce per morire per mano dell’ultimo dei suoi nemici, che lo tiene prigioniero raccogliendo le sue confidenze prima di ucciderlo. Ed è proprio lui poi, pentito, in punto di morte a confessare tutta la storia a un abate,  padre Madeleine, poi  redatta dall’ archivista, Jacques Peuchet, e a sua volta rielaborata  dallo scrittore Étienne-Léon Lamothe-Langon in Il diamante della vendetta con Picaud protagonista… Un racconto del racconto  davvero macchiavellico, che sembra più un’abile operazione di marketing ante litteram.



Molto probabilmente François Picaud a sua volta è stato un personaggio d’invenzione ispirato a una persona di cui i genalogisti hanno accertato l,’esistenza Gaspard-Antoine Pastorel, nato il 9 ottobre 1784 a Marsiglia. Soldato della Grande Armée, fu arrestato per diserzione e dopo tre anni di reclusione  riuscire a evadere  per condurre  un'esistenza costellata di furti che compiva sotto false identità. 
Anche per gli altri personaggi del Conte  di Montecristo Dumas ha attinto a storie vere:  un abate Faria è esistito davvero.  Sacerdote e filosofo, nato a Goa (India)  intorno al 1755, Joseph Custoldi de Faria conobbe Châteaubriand e il famoso neurologo Gilles de la Tourette. Mazette. Seguace di Babeuf, fu, dopo la Rivoluzione, arrestato dalla polizia imperiale ha trascorso alcuni mesi al Castello d’If. Liberato, divenne medico – pioniere dell’ipnosi – poi cappellano in un collegio dove finì i suoi giorni. Madame de Villefort, dal canto suo, è ispirata a Madame Lafarge, una donna sposata nel 1839 con un maestro fabbro che odia. Quando suo marito muore, la società l'accusa di averlo avvelenato.
Mito o biografia poco importa:  il risultato è un romanzo incredibile, che tiene incollati a pagine o lettori da quasi duecento anni e che ha prodotto un serie di film, serie tv, adattamenti a fumetti. Un vero grande classico in grado di superare i confini del tempo.