Dietro a un grande uomo c’è sempre una grande donna e dietro a una straordinaria  interprete non può mancare un paroliere d’eccezione. Il sodalizio artistico tra Mina e Paolo Limiti dura da 45 anni e non si è ancora esaurito. Così, per celebrare questo fortunato incontro della nostra musica,  è nato Scritte per Mina… firmato Paolo Limiti, un doppio Cd che raccoglie le canzoni cantate dalla Tigre di Cremona e scritte per lei da Limiti.  La raccolta contiene cavalli di battaglia di Mina come La voce del silenzio e Sacumdì Sacumdà e altri brani molto ricercati dai collezionisti come Credi, Viva Lei, oltre a indimenticate interpretazioni di Bugiardo e Incosciente o Ahi, Mi Amor. Nel Cd sono inserite anche apparenti “cover” come Buonasera, Dottore o Adagio interpretate prima da altri artisti ma che erano state in origine progettate e scritte per Mina.

Paolo Limiti ha scritto canzoni per tanti cantati come Ornella Vanoni, Iva Zanicchi ma soprattutto per Mina. Perché?
«La nostra storia professionale è cominciata quando Mina decise di incidere, dopo averla sentita a Sanremo, La voce del silenzio. Il brano ebbe un grandissimo successo. Da quel momento, iniziò una bellissima collaborazione e anche la nostra amicizia. Il nostro è sempre stato un binomio molto forte come quello di Mogol e Battisti, per intenderci».

C’è una  canzone che ama di più tra quelle che ha firmato per Mina?
«Faccio una premessa. Non ho mai fatto il paroliere di professione. Nasco come autore, soprattutto televisivo. Ho avuto, quindi, la fortuna di scrivere solo canzoni in cui credevo. Ecco perché mi piacciono tutti i pezzi che ho scritto per Mina. Bugiardo e Incosciente, per esempio, è un brano che amo particolarmente e Mina ne ha fatto un tale monumento di bravura e di emozione che di più non si può. In questa raccolta ci sono anche canzoni scritte a quattro mani con Mina. Eccomi, in cui lei ufficialmente non compare, nacque nel pieno di una notte quando arrivò a casa mia decisa ad avere quel testo, quella notte e con la ripetizione della parola “amore” almeno 7 volte nei primi tre versi. Ammetto, ho scritto anche qualcosa di brutto…»

Racconti, racconti…
«Una volta, un discografico mi disse che avrei dovuto scrivere anche canzoni commerciali perché, pure, i pezzi nazional-popolari sono difficili da fare. Mi sfidò dandomi la musica di un brano che si intitolava Una lacrima. Cercala su Internet. Ancora oggi mi vergogno di quella canzone che scrissi, in piedi in ascensore, in due minuti». 

Le canzoni che ha scritto per Mina sono anche biografiche?
«No, non è mai successo. Capita, invece, che ognuno di noi tenda a proiettare le sensazioni che prova verso chi le canta e a confondere chi le canta con la canzone».

La musica è ancora lo specchio della Nazione?
«Sicuramente. Non esiste un altro mezzo di comunicazione così immediato come la musica. Rappresenta il momento storico che si vive in quel momento. Non è filtrata dalla cultura, come può, invece, essere un libro».

Per quale cantante di oggi vorrebbe scrivere una canzone?
«Mi piacerebbe, ma non ho ancora trovato un cantante con la personalità adatta ai brani che scrivo.  Le mie canzoni sono melodiche e il testo ha un significato preciso. Molti cantanti hanno una bellissima voce ma è piatta e non trasferiscono emozioni. Urlano e basta».

Avrebbe voglia di tornare a fare Tv?
«Certo, mi piacerebbe un programma inserito nel palinsesto autunnale che mi desse la possibilità di fare il “Limiti”. Musica, poesia, cinema, teatro e opera. Nella mia storia professionale non ho mai percorso strade battute. Ciò che mi piace di più, in assoluto, è creare cose nuove, essere precursore delle trasmissioni che verranno. I programmi di cucina, per esempio, stanno andando alla grande in questo periodo. Ebbene, io feci la prima trasmissione dedicata a questo argomento nel 1978 con Wilma De Angelis. Si intitolava “Telemenù” e andò avanti per ben 17 anni… »

Paolo Limiti non si occupa solo di musica leggera…
«Amo l’arte e, quindi, la musica  in tutte le sue espressioni. Di recente ho ideato il "Premio Etta Limiti", un concorso musicale dedicato alla lirica, in onore della mitica mamma Etta. Si tratta di un' iniziativa, a cadenza annuale, che ha lo scopo di scoprire e supportare le nuove generazioni di cantanti lirici. Per il prossimo novembre, invece, sto organizzando una serata straordinaria al Teatro Nazionale di Milano dedicata ai talenti italiani del Musical. In quella sede saranno assegnate anche tre borse di studio. Chi volesse saperne può visitare il sito www.premioettalimiti.com. 

Qui sotto, Mina canta Bugiardo e incosciente a Senza rete (1970), il brano più bello e celebre scritto per lei da Paolo Limiti.