È stato uno dei più spietati dittatori del XX secolo, ma è anche diventato un simbolo, un’immagine condivisa da Oriente e Occidente, dalle stampe sulle magliette al celebre ritratto di Andy Warhol. È Mao Tse Tung, protagonista dell’ultima puntata di “Icone, corpi che parlano”, in onda su Rai5 stasera alle 22.15. Un destino singolare, quello di Mao: un fenomeno apparentemente inspiegabile, che si è trasformato da dittatore molto duro in simbolo di bonomia e saggezza. Marco Ferante, conduttore e co-autore di “Icone”, prova a razionalizzare la figura di Mao, con gli interventi della più popolare scrittrice cinese, Jung Chang, Francesco Sisci – giornalista italiano che vive a Pechino da quasi trent’anni – di Gherardo Frassa, Filippo Sensi, del pittore Sergio Lombardo, e di alcuni sociologi e psicologi della comunicazione. La puntata analizza il volto, l’espressione, la figura, la mimica, l’iconografia e l’attività propagandistica dell’ultimo imperatore cinese, nel tentativo di spiegare il suggestivo mistero del pop di derivazione maoista.