Sembrava tutto troppo bello. Un uomo solo al comando, Vincenzo Nibali, capace di infiammare la folla con imprese epiche come la cronoscalata di giovedì, la gente tornata ad assiepare i bordi delle strade come ai bei tempi. E invece no. Nel giorno dell'annullamento della tappa dello Stelvio causa neve, il fantasma del doping è tornato a materializzarsi sul sul Giro d’Italia. Finora c'era stato un unico caso, quello di Sylvain Georges, corridore francese della squadra Ag2r. Ma era un gregrario quasi sempre nelle retrovie del gruppo e non aveva fatto notizia. Il caso di Danilo Di Luca, invece, risultato positivo all’Epo ad un controllo a sorpresa effettuato nella sua abitazione il 29 aprile, a meno di una settimana dall’inizio della Corsa Rosa, è ben diverso non solo perché il ciclista 37 enne ha vinto il Giro nel 2007, ma soprattutto perché è recidivo. 

Sempre nel 2007 era stato squalificato per tre mesi per la frequentazione tra il 2003 e il 2004 del medico Carlo Santuccione, sospeso dal Coni tra il 1995 ed il 2000 e poi coinvolto nell’inchiesta Oil for Drugs (per la quale è stato radiato a vita). Nel 2008, poi, per un controllo effettuato proprio durante il Giro vinto l’anno precedente, la procura anti-doping chiese una squalifica di due anni, da cui però Di Luca fu assolta. La squalifica è arrivata durante il Giro d’Italia del 2009, concluso al secondo posto: due anni, poi ridotti di nove mesi per la collaborazione nelle indagini.


Se confermata dalle controanalisi, questa nuova positività segnerà la fine della carriera dell’abruzzese, vista l’età avanzata e soprattutto la recidività: "Di Luca è licenziato, è un corridore che io nemmeno volevo in squadra perché non mi dava tranquillità" dice il direttore sportivo della sua squadra, la Vini Fantini-Selle Italia Luca Scinto. "Lo sponsor voleva dargli un’altra possibilità, io ho lottato per non prenderlo ma ho dovuto accettare a malincuore. Ha tradito me e anche lo sponsor, per me le persone trovate positive prima del Giro sono malate e si devono curare. Nel 2013 essere trovati positivi all’Epo è una cosa da dementi. Sbagliare nella vita può succedere a tutti ma ripetersi è da malati, che fosse cretino fino a questo punto non lo pensavo”.

Intanto, nonostante le condizioni meteo continuino a non essere favorevoli, la nuova tappa del Giro con arrivo sulle Tre Cime di Lavaredo è stata confermata, sia pure decurtata dei passaggi nei passi più insidiosi. Nibali in pratica non ha più avversari. Un Giro insomma senza più grande spettacolo e macchiato di nuovo dal doping. Peccato.