Dopo gli scioperi, le polemiche, il licenziamento collettivo annunciato e poi ritirato, per il Teatro dell'Opera di Roma arriva finalmente il momento in cui si alza il sipario e parla la musica. La stagione, che avrebbe dovuto aprirsi con l'Aida diretta da Riccardo Muti, si inaugura giovedì 27 novembre con un'opera poco rappresentata nei nostri teatri, quindi da scoprire con curiosità: la Rusalka, capolavoro del compositore ceco Antonin Dvořák (1841-1904).

La stagione del Teatro dell'Opera si inaugura proprio mentre torna il sereno nei rapporti fra la direzione del Teatro e i sindacati. Il consiglio di amministrazione del Teatro infatti ha deciso il ritiro dei licenziamenti, annunciati il 2 ottobre scorso con lo scopo di esternalizzare le masse artistiche e di garantire sostanziosi risparmi. Il provvedimento era arrivato dopo mesi di agitazioni sindacali che avevano danneggiato la stagione estiva alle Terme di Caracalla (la Bohème di Puccini fu accompagnata dal solo pianoforte per lo sciopero degli orchestrali) e indotto il maestro Riccardo Muti a cancellare la sua collaborazione con il Teatro dell'Opera.

 Dopo settimane di trattative è stato finalmente raggiunto un accordo che prevede la garanzia del posto di lavoro per coristi e orchestrali in cambio di maggiore produttività e un taglio di alcune voci accessorie degli stipendi. Soddisfatto il sovrintendente Carlo Fuortes, per il quale l'accordo “è il segno di una grande assunzione di responsabilità da parte dei lavoratori e di tutte le sigle sindacali”. Per Fuortes “l'accordo permette alla Fondazione di superare i gravi problemi economici e organizzativi attuali e getta le basi per una maggiore produttività, per una crescente qualità artistica e il mantenimento dell'efficienza economica”.

Secondo Fuortes, già dal prossimo anno il numero degli spettacoli in programma dovrebbe aumentare del 15 per cento Se la vicenda sindacale ha trovato così il suo lieto fine, la Rusalka è una fiaba che non contempla invece un epilogo felice. Infatti il libretto di Jaroslav Kvapil si ispira al tema, ricorrente in varie fiabe, della ninfa che prende natura umana per amore pagandone però le conseguenze in modo tragico. Il brano più celebre è la “canzone alla luna” del primo atto, un'aria dolcissima e melanconica. Il ruolo principale è affidato a Svetla Vassileva (primo cast). Sul podio il direttore norvegese Eivind Gullberg Jensen. La regia è affidata a Denis Krief. Dopo la prima del 27 si replica fino al 14 dicembre.