Dal 2010 il flamenco è patrimonio immateriale dell’Umanità secondo l’Unesco. E Paco de Lucìa, con le sue dita instancabili e velocissime sulle corde della chitarra, ha rappresentato una parte importante di quel patrimonio.

Il chitarrista andaluso è morto stamattina su una spiaggia del Messico, a Cancun, dove stava trascorrendo una vacanza con la famiglia, colto da un infarto mentre si incontrava con uno dei figli. Aveva 66 anni e ancora tanto da dare al flamenco e alla musica, lui che era considerato in tutto il mondo un genio della chitarra.

Con i suoi oltre trenta album, Francisco (Paco) Sanchez ha esploso e rivoluzionato la cultura del flamenco, quel mondo nel quale era cresciuto, pur essendo “payo”, cioè non gitano.

Nato ad Algeciras, in provincia di Cadice, la vocazione le è venuta in famiglia: dalla madre Lucìa Goméz “La portuguesa” (dal nome della mamma viene anche il nome d'arte de Lucìa) e dal padre Antonio Sànchez, che fu il primo a impartirgli lezioni di chitarra. Anche i fratelli sono artisti di flamenco, in particolare il celebre cantante Pepe de Lucìa.

Grazie al talento precoce, a 11 anni abbandona gli studi per dedicarsi completamente alla chitarra e a 14 anni, con il fratello Pepe, già forma il duetto Los Chiquitos de Algecíras. A 15 anni si trasferisce a Madrid con la famiglia e, poco più tardi, parte con il fratello per i primi tour internazionali.

Sempre fedele alle sue radici, ha collaborato con molti artisti, dai maestri spagnoli alle star americane del jazz e del pop, como Ricardo Modrego, Larry Coryell, Al Di Meola, John McLaughlin, Chick Corea o Bryan Adams.

É però insieme a Camaron de la Isla, il più grande cantante di flamenco di tutti i tempi, morto giovanissimo, a 42 anni e definito dai gitani e dagli aficionados “il principe del flamenco”, che ha formato una delle coppie artistiche più importanti del Ventesimo secolo. Insieme hanno inciso dieci album, dal 1968 al 1977, creando una forma di flamenco più facile da ascoltare e popolare, una sorta di “fusion” con la musica classica, jazz, la salsa e la bossanova.

In tutta la sua carriera artistica Paco De Lucia ha rispettato il flamenco di tradizione, pur restando attento ai fermenti musicali. La sua musica è davvero senza frontiere, al punto che dalla Spagna si è fatta conoscere e apprezzare in ogni angolo del globo. Nel 1980, in trio con John McLaughlin e Al Di Meola, il chitarrista andaluso ha pubblicato un album fondamentale per quella forma di fusione rivoluzionaria, Friday Night in San Francisco, disco cult ed enorme successo commerciale, con più di cinque milioni di copie vendute.

Di lui Mark Nopfler, ex Dire Straits, altro grande interprete della chitarra internazionale, ha detto “Quando l’ho visto la prima volta ho capito di non essere capace di suonare”.