Il 19 novembre va in onda su Rai 1 Prodigi-La musica è vita, uno show realizzato in collaborazione con UNICEF nel quale si esibiranno dodici giovanissimi talenti della musica. Ospiti d’onore della serata sono le sorelle Camille e Julie Berthollet. Camille, violinista, il 27 dicembre 2014 ha partecipato all’ edizione francese di Prodiges e la sua interpretazione dell’”estate” dalle “Quattro Stagioni “di Vivaldi l’ha portata alla vittoria. Nell’ottobre del 2015 è uscito il suo primo disco con l’etichetta Warner, che in Francia ha avuto un grande successo. Ora, sempre con la Warner,  esce il secondo disco, in  cui Camille è affiancata dalla sorella Julie. In questo nuovo album Camille si cimenta anche con il violoncello e le due sorelle sono accompagnate dall’Orchestra Filarmonica di Monte-Carlo, diretta da Jullien Masmondet. Il titolo è semplicemente Camille & Julie Berthollet. Per gli appassionati, il menu prevede, fra gli altri,  Schubert, Brahms, Dvorak, Paganini, Gershwin.
«Suoniamo insieme da dodici anni e questo disco è una testimonianza della complicità che ci lega», dicono le sorelle mentre mangiano con gusto una fetta di torta durante una pausa della registrazione di Prodigi. Oggi Camille ha 17 anni, Julie ne ha 19.
«I nostri genitori non sono musicisti, ma amano la musica e fin da bambine  ci hanno portato ai concerti», dicono.  Il  primo ricordo musicale di Camille è un concerto con musiche di Vivaldi al castello di Annecy. Camille comincia lo studio del violino a 4 anni. Ha passato l’infanzia studiando molto, ma oggi non pensa di aver fatto troppi sacrifici.  «Io e Julie viviamo una giovinezza normale. Frequentiamo gli amici, usciamo, facciamo sport, amiamo  la lettura, il cinema, il nuoto, la corsa a piedi, la bicicletta. Anche se lo studio è importante, è giusto non perdere di vista le altre cose della vita».
Camille ha studiato sia il violino che il violoncello. «Sono strumenti molto vicini, ma anche diversi. Il violoncello ha un suono più vicino alla voce umana, inoltre quando lo suoni, lo abbracci con tutto il corpo, per cui si stabilisce un contatto molto fisico con lo strumento. Il violino è uno strumento più virtuoso, ma io li trovo davvero complementari«.

Come è stata l’esperienza di Prodiges? «È nata un po’  per caso e all’inizio non ho dato troppo peso alla mia partecipazione. Ma devo dire che è stata un’esperienza formidabile, geniale. Mi ha aperto porte nuove e mi ha aiutato a stabilire rapporti con tanti altri musicisti. Però voglio restare me stessa, resto con i piedi per terra senza montarmi la testa». 
Camille non ama neppure identificarsi con l’immagine della bambina prodigio. «All’inizio conta avere il talento, ma poi servono tanto lavoro e passione. Nessuno nasce prodigio». 
Entrambe le sorelle Berthollet amano i compositori romantici, ma chi suona il violino e il violoncello non può non amare anche Johann Sebastian Bach, compagno quotidiano nello studio delle soliste. Però tra i gusti musicali di Camille e Julie c’è spazio anche per il jazz e la canzone francese («ci piace mescolare gli stili«). Tra i sogni c’è quello di suonare insieme a un grande direttore (le sorelle fanno i nomi di Baremboim e Dudamel), magari in una mitica sala da concerto come la Carnegie Hall di New York o il Musikverein di Vienna.

Un ultimo consiglio ai loro coetanei? Rispondono insieme: «Fare le cose che si amano, studiare, ma senza rinunciare a divertirsi».