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«Sarebbe bello per me incontrare Papa Leone XIV. Per lui ballerei sulle note di Mozart, che ha scritto cose di grande levatura spirituale. E poi gli regalerei delle scarpette da ballo». A esprimere il desiderio di conoscere il nuovo Pontefice è Roberto Bolle. Il re della danza italiana e internazionale questa mattina ha incontrato alcuni studenti dell’Università Cattolica di Milano, dove è stato protagonista dell’evento “Dance Talk”. All’interno dell’Aula Magna dell’ateneo il ballerino piemontese ha dialogato, tra risate e momenti di serie riflessioni, su numerosi temi con la conduttrice televisiva Victoria Cabello e poi con alcuni ragazzi. All’inizio dell’evento la rettrice dell’università, Elena Beccalli, ha fatto gli onori di casa elogiando l’etoile: «Quando ero studentessa ebbi l’opportunità di assistere allo spettacolo Il lago dei cigni, in cui si esibiva un giovane Roberto Bolle. Già allora emergevano con forza la sua straordinaria bravura, l’eleganza del gesto, l’armonia del movimento, la maestosa presenza scenica. Sono davvero felice di offrire alle nostre studentesse e ai nostri studenti l’occasione di ascoltare che cosa si cela dietro, e dentro, quelle performance perfette che hanno reso Roberto Bolle un’étoile ammirato in tutto il mondo».
Bolle, acclamato e applaudito calorosamente, ha raccontato di essere reduce dall’ultima serata di spettacoli al Teatro Arcimboldi, dove è andato in scena con Caravaggio. Un’opera che permette di unire il corpo alla spiritualità, quest’ultimo un argomento molto caro al ballerino: «Il mio rapporto con la spiritualità è legato alla danza, perché ho trovato la spiritualità nella danza sin da bambino. Ho trovato in questa arte il modo di rapportarmi profondamente con me stesso e con qualcosa di più grande. La danza è il mio modo di connessione con l’assoluto. Ma tutte le arti sono un modo di dialogare con Dio. L’arte è qualcosa che ci allontana dalla realtà e ci dà qualcosa in più in termini di sensibilità».


L’etoile classe 1975 ha poi ripercorso gli esordi della sua leggendaria carriera, iniziata a 6 anni grazie alla spinta di un’amica e poi decollata nel 1986 con l’ingresso nel corpo di ballo dell’Accademia della Scala di Milano: «I primi anni alla scuola della Scala sono stati fondamentali. Mi hanno fatto capire quanto fosse importante essere lì. Ma all’inizio fu un trauma lasciare la famiglia in Piemonte e trasferirmi a Milano. È stato difficile, ho sofferto. Sono stati momenti non facili, però dopo li ho superati e ho avuto sempre più soddisfazioni». E poi Bolle, sia durante che a margine dell’evento, ha sottolineato l’importanza del lavoro quotidiano per chi svolge la sua professione: «La danza è bellezza, è arte, ma è anche sacrificio. La danza ti impone di lavorare sempre, giorno dopo giorno. Non puoi fermarti praticamente mai se vuoi quantomeno mantenere il livello raggiunto. E devi metterci passione e disciplina, perché il percorso è molto lungo. Il duro lavoro che esige la danza tuttavia aiuta poi anche nella vita quotidiana. Ti dà maggiore consapevolezza nell'affrontare le cose».
Poi l’inevitabile riflessione sui giovani, protagonisti con lui di questo evento: «Bisogna dare fiducia ai ragazzi, perché sono la parte migliore del Paese. Sono un po’ persi in questo momento storico, quindi è necessario dare loro modo di credere in un percorso. Esempi come il mio possono essere di aiuto e di ispirazione. Voglio trasmettere loro la bellezza di questa arte, i valori della danza e il mio percorso. Quello che mi piace sentire è quanto loro si possono emozionare con la danza. A volte non ci si avvicina a questo mondo per pregiudizio e invece, se la si lascia entrare nella propria vita, la danza può dare tanto». Allo stesso tempo però in Italia la danza non vive un periodo facile e per i ragazzi non è semplice approcciarsi a questa realtà. E Bolle si è mostrato consapevole: «Negli ultimi venti anni sono state chiuse parecchie compagnie di ballo, da Torino a Bologna, Firenze e Verona. Quindi non è facile per i ragazzi in Italia diventare ballerini professionisti, ed è un grande problema perché si sono ridotte drasticamente le possibilità. La danza è molto amata e ci sono molte scuole, ma poi le possibilità professionali sono poche».
Infine, prima di lasciare spazio alle domande e alla curiosità di alcune studentesse, il ballerino ha promosso il suo progetto On Dance, la festa della danza. Dal 4 al 7 settembre presso l’Arco della Pace di Milano si terranno numerosi eventi per celebrare ogni tipo di danza: spettacoli dal vivo, incontri, serate danzanti, open class e workshop gratuiti di classica, contemporanea, tango, swing, street dance e oltre, per allievi e appassionati di tutte le età.



