San Francesco di Assisi sbarca nel Palazzo di vetro delle Nazioni Unite, dal 17 novembre  prossimo: rivive tra le carte della preziosa biblioteca del Sacro convento di Assisi, che viaggiano Oltreoceano in occasione della mostra Tracce, parole, immagini, già esposta in passato alla Camera dei Deputati a Roma e curata da Flavia De Sanctis, dell’Associazione culturale Antiqua.

Vi resterà fino al 29 per poi varcare il ponte di Brooklyn e andare incontro, nelle sale del Brooklyn Borough Hall, ai comuni cittadini newyorkesi, tra il 2 dicembre e il 14 gennaio 2015. Il pezzo più pregiato sarà ovviamente il Codice 338, il più antico manoscritto di testi francescani, l’oggetto più prezioso e significativo dell'antica biblioteca medioevale conservata ad Assisi. Redatto probabilmente a metà del XIII secolo, con l’intenzione di salvare i testi istituzionali dall’inevitabile deterioramento degli originali e al fine di metterli a disposizione per la lettura comunitaria, il delicato codice contiene tra le altre cose  Cantico delle creature, non solo il simbolo della spiritualità francescana noto in tutto il mondo, ma anche una delle prime attestazioni del volgare italiano nascente.

Se è vero che il pensiero congiunto dei grattacieli di New York e del silenzio delle colline umbre evoca, a prima vista, distanza e contrasto, è anche vero che un’osservazione più attenta del popolo che ogni anno si avvicina alla Basilica di Assisi in cerca di San Francesco e della sua spiritualità mediata da Giotto rivela che le due realtà sono meno distanti di quanto possa sembrare, se non altro per il fatto che si calcola che provenga dagli Stati Uniti il 40% dei sei milioni di visitatori che ogni anno varcano la soglia della basilica del poverello.