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Dal primo incontro a un premio letterario all’uscita in libreria di Quinto Comandamento (Mondadori) sono passati parecchi anni. Troppo incandescente era la storia raccontata da padre Angelo Pansa a Valerio Massimo Manfredi. «Abbiamo passato molto tempo insieme a casa mia», racconta lo storico, archeologo e autore di bestseller come Alèxandros tradotti in tutto il mondo, «e sono rimasto molto colpito da due aspetti della sua personalità: al mattino, appena sveglio, celebrava la Messa e non si separava mai dal suo Rosario; dall’altro aveva lo sguardo penetrante da capo militare e a distanza di oltre cinquant’anni ricordava ogni dettaglio delle spedizioni che aveva guidato».
Il romanzo è molto fedele alla realtà?
«Per un 70-80% direi di sì. In molti casi, la verità è più stupefacente di qualsiasi invenzione di uno scrittore. Io mi sono limitato a cambiare quasi tutti i nomi delle persone che padre Angelo ha incontrato, compreso il suo che è diventato Marco, a parte quelli noti come il dittatore Mobutu, a delineare le caratteristiche dei personaggi e a creare l'atmosfera».
Il diario in cui padre Pansa annotava le sue giornate in Congo è stato una fonte preziosa?
«Direi di no, perché lì c’era la cronaca, mentre a me interessava l’epica, l’emozione. Per questo ho preferito incontrarlo. Si fermava a casa mia per qualche giorno e raccontava. Ogni tanto si fermava con lo sguardo fisso nel vuoto, come a voler fermare il flusso dei ricordi. Io lo chiamavo e lui ricominciava. Una volta mi ha confidato che ogni volta che rileggeva il suo diario piangeva. Mi ha commosso anche il fatto che quando ho aggiunto dei personaggi immaginari, lui si è affezionato a loro, perché evidentemente avrebbero potuto esistere nella realtà. Per esempio suor Antoniette, che il mio padre Marco salva da un destino terribile. A un certo punto, mi ha chiesto: “Ma poi si rivedono?”».
Con tutto ciò che padre Angelo ha vissuto, anche in Amazzonia, ci sarebbe materiale per altri romanzi...
«È vero, ma credo di aver dato tutto con questo. Però una cosa posso dirla. Mia moglie sta traducendo il libro in inglese perché ci sono già contatti per trasformare Quinto Comandamento in un film. Sarà una produzione internazionale».
(foto Ansa)



