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Gabriella Ferri è stata una figlia di Roma, che come tale l'ha amata e ricordata. Quando morì il 6 aprile 2004 in quello che la famiglia ha sempre affermato essere stato un incidente dovuto allo stordimento per la cura antidepressiva che stava seguendo, per volontà dell'allora sindaco di Roma Walter Veltroni, fu allestita la camera ardente presso la sala della Protomoteca al Campidoglio dove migliaia di romani le resero omaggio. I funerali religiosi vennero celebrati l'indomani presso la chiesa di Santa Maria Liberatrice, nel rione Testaccio dove l'artista era nata il 18 settembre 1942.
Figlia di Vittorio, commerciante ambulante di dolci appassionato della canzone in dialetto romanesco, Gabriella Ferri da ragazza sognava di diventare indossatrice. Mentre lavorava come commessa in una boutique divenne amica di Luisa De Santis, figlia di Giuseppe, regista già celebre per il film neorealista Riso amaro. Entrambe appassionate di canzoni popolari diedero vita al gruppo Luisa e Gabriella. Si trasferiscono a Milano dove vengono notate, invitate anche in tv e incidono i primi dischi. Poi però Gabriella decide di intraprendere la carriera da solista e torna nella sua Roma nel 1966, per approdare al Bagaglino, divenendone la cantante ufficiale. Artista poliedrica a tutto tondo, si ricordano le sue performance nei programmi Rai quali Dove sta Zazà e Mazzabubú. È nel 1969, la sua unica partecipazione al Festival di Sanremo con Se tu ragazzo mio, in coppia con Stevie Wonder. Dagli anni ’70, il successo discografico in Italia e nel Sud America, che ha fatto innamorare il pubblico dei suoi stornelli romani e non solo.


Il documentario Gabriella di Giovanni Filippetto su Rai 3 il 12 ottobre con la regia di Alessandro Galluzzi, ci racconta una cantante, un’attrice, un’interprete, un clown, il simbolo di una città intera, che con una personalità dirompente, affascinante e ombrosa è riuscita, forse come nessuno, a incarnare l’anima della sua Roma. Nel documentario la ricordano, con affetto e commozione, amici e colleghi come Carlo Verdone, Tosca, Renzo Arbore, Syria, Pierfrancesco Pingitore, Pippo Franco e tanti altri.
Sulla lapide della sua tomba al Verano oltre al solo nome "Gabriella", si legge come epitaffio una poesia del marito Seva Borzak:
«Di notte i tuoi occhi
brillavano più forte delle stelle
di giorno il tuo amore
riscaldava più del sole»



