Alcuni film, per la loro bruciante attualità, si definiscono instant movie. Parlano del qui ed ora, si interrogano su ciò che succede nel mondo e su scenari che potrebbero verificarsi da un momento all’altro. È il caso di A House of Dynamite di Kathryn Bigelow. Si tratta di uno dei titoli più belli visti alla Mostra del Cinema di Venezia, ingiustamente escluso dal palmarès. L’impianto è in stile Rashomon: Bigelow adotta punti di vista diversi per arrivare alla verità. Una mattina un missile (forse nucleare?) viene lanciato contro gli Stati Uniti. Non si conosce il punto di partenza, si può intuire quale città sarà rasa al suolo. Ci sono venti minuti prima dell’impatto, come reagire? Osserviamo gli esperti della Casa Bianca, i militari e il presidente stesso, mentre la situazione si fa sempre più esplosiva. Bigelow ricorre a un ritmo serrato, e dimostra come tutti noi abitiamo una casa costruita con la dinamite. Per questo A House of Dynamite unisce un’anima travolgente e uno spirito dinamitardo, coerente con grandi storie come quelle di The Hurt Locker e Zero Dark Thirty. Bigelow dimostra di essere una grande testimone del nostro tempo, con un afflato che si muove tra realismo e militanza.