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Non ha solo un valore simbolico l’incontro avvenuto mercoldì 8 ottobre al Quirinale tra Il presidente della Repubblica e le due squadre di Pallavolo – maschile e femminile – recentemente affermatesi come “campioni del mondo”. L’incontro non è stato solo celebrativo della vittoria. Ma è anche servito a condividere con il mondo educativo, sportivo e genitoriale messaggi di enorme valenza sul tema del crescere e diventare grandi. In particolare le parole pronunciate da Anna Danesi, capitana della squadra femminile rappresentano, oggi più che mai, un monito per tutte le bambine e le ragazze: “Fate sport, nel tempo libero, di giorno, di sera e se necessario anche di notte. Non ascoltate chi dice che lo sport è nemico dello studio, perché lo sport allena la concentrazione, rafforza il corpo e la mente e vi darà quella determinazione che vi aiuterà anche tra i banchi. Abbiamo tanti esempi di campioni e campionesse del volley che sono riusciti a completare con successo il loro percorso scolastico senza mai dover scegliere tra un sogno e l’istruzione”.
Sono, quelle di Danesi, parole importantissime. Siamo nell’epoca della “generazione ansiosa”. Cresciamo figli che hanno una fragilità intensa che impedisce loro di andare incontro alla vita, mettendosi in gioco. E questo modo di dire “mettersi in gioco” deve essere colto nel senso più letterale del termine. Perché oggi la crescita è deprivata di esperienza fondamentali che devono essere effettuate all’interno della vita reale. Si gioca, ma dentro a community multiplayer e non in un parco o in un cortile. Si socializza, ma dentro ad un social media invece che nella vita reale. Ci si distrae continuamente avendo uno schermo sempre acceso e sempre in mano e ci si allontana da tutte quelle attività che richiedono impegno cognitivo, lo studio primo fra tutti.
Purtroppo l’overdose di gratificazione istantanea a cui sono esposti i nostri figli, allontana dall’idea di impegno, fatica e sacrificio che l’allenamento sportivo riconosce come prerequisiti essenziali.
Noi genitori del terzo millennio dovremmo stampare le parole di Anna Danesi e appenderle nella camera dei nostri figli. Oggi c’è bisogno di rimettere l’età evolutiva al centro di una vera comunità educante dove famiglia e scuola interagiscono con agenzie che sanno supportare in modo concreto e competente i bisogni evolutivi di bambini e ragazzi. Serve la parrocchia e serve lo sport, perché due aree della crescita oggi deprivatissime sono quelle che riguardano la dimensione corporea e spirituale. Abbiamo una crescita che è sempre più decorporeizzata e svuotata di nutrimento per ciò che c’è dentro al cuore e alla mente dei nostri figli. Il buffet che abbiamo apparecchiato per le loro vite è ricco di eccitazione e gratificazione istantanea, un vero e proprio Paese dei Balocchi in cui i nostri figli rischiano di perdersi, non trovando più la via maestra per la loro crescita. Ecco perché le parole di Anna Danesi devono diventare il mantra dei genitori del terzo millennio.



