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Caro Silvano, recentemente la giornalista Myrta Merlino riportava un detto della nonna, per cui la parola successo viene prima della parola sudore solo nel dizionario. Una massima adatta a molti giovani sognatori che faticano a sincronizzare i loro desideri con la realtà. Alcuni poi sopravvalutano le proprie capacità, spesso per contrastare un latente senso di inadeguatezza.
Possiamo chiederci come mai ancora a vent’anni ci si permetta di fantasticare così in grande, senza concretezza. Spesso questi ragazzi sono stati bambini ipergratificati e iperprotetti, i cui bisogni venivano appagati subito, senza attesa, e talvolta in eccesso.
Molti di loro, poi, non sono stati accompagnati passo dopo passo a mettere in gioco le proprie capacità con impegno e fatica per raggiungere le loro soddisfazioni. Non hanno, così, imparato a fidarsi delle proprie forze per raggiungere gli obiettivi.
Aggiungiamo a questo le promesse di successo a buon mercato dei social e dei reality, dove sembrano sufficienti un aspetto attraente e un po’ di parlantina per fare soldi a palate.
Per riportarli a terra, non servono prediche né facile ironia. Ricostruire l’equilibrio tra realistica consapevolezza delle proprie risorse e definizione di obiettivi commisurati è un lavoro lento e paziente che deve impegnare questi ragazzi, fragili sognatori, e gli adulti che stanno loro accanto



