Mi sono sempre vergognato di essere un primogenito! Fin da bambino, tutti mi dicevano: “Ma tu sei grande”, “Cedi”, “Tuo fratellino è piccolo!”. E io crepavo di rabbia e di invidia e il fratellino, di soli diciotto mesi più piccolo di me, mi batteva sempre! Avevamo un nonno che si inventava sempre le gare più spericolate tra noi due. E chi vinceva? Il piccolo, naturalmente. Ma ora siamo grandi, lui ha avuto un grave lutto nella sua famiglia e io… aiuto! Lo dico a bassa voce: “Ne ho goduto!”.

FABRIZIO


È difficile, caro Fabrizio, essere primogeniti… specie in una famiglia dove l’unica cosa visibile pare sia “chi è più bravo”, “chi vince e chi perde”, dove un nonno più o meno consapevolmente addestra alla lotta. Oltretutto, c’è un secondo errore che sembra circolare nella tua famiglia di origine: il più grande (il primogenito) deve cedere, lasciarsi rubare i giochi ecc... È facile dirti: “Ti comprendo”. Ciò che però non capisco è il tuo sentimento di rivalsa quando ora (da adulto!) hai fatto esperienza del grave lutto che ha colpito tuo fratello (mentre nella tua famiglia – tu precisi – va tutto bene). È vero, te ne vergogni e chiedi aiuto. E hai ragione: devi fare un passo avanti, un passo nuovo rispetto alle recriminazioni che tieni chiuse tra le mani, rispetto alla memoria dei torti subiti da bambino. Un passo avanti è una grande fortuna. Per te. Forse ti stai chiedendo perché: vedi, è la vita che rimette a posto le cose, se noi glielo permettiamo. Ora lui, quello che vinceva sempre, ha bisogno della tua vicinanza, del tuo sostegno. Una parola di consolazione detta da te vale più di mille dette da altri. Vuoi provarci? Starai meglio anche tu…