Sono mamma di quattro figli da 1 a 10 anni. Oggi pomeriggio all'ennesima richiesta di sparecchiare e caricare la lavastoviglie ho perso le staffe (non mi succede spesso) e ho urlato come una pazza che non vengo mai aiutata. Cosa non vera perché in casa ognuno ha i suoi compiti e in generale danno una mano, in base alla loro età.

Il punto è che mi sono resa conto di aver fatto quello che faceva mia madre con noi figli, ho usato le stesse parole e il modo violento in cui le ho dette era uguale al suo. Mi sono sentita in colpa. Quante volte mi sono detta che non sarei mai stata con i miei figli come lei è stata con noi. E invece! Non riesco a capire come disinnescare questo circuito emotivo. Sono consapevole che ho una ferita dentro, ma mi continuo a dire che adesso ho la mia famiglia ed è tutto passato. Mi sento destabilizzata.

KATIA


Gentile Katia, è molto bello che ci racconti una tua fragilità con questa franchezza e trasparenza.

Capita a tutti noi genitori di tornare alla casella del via. Ovvero, di mettere sulla scena del “qui e ora” qualcosa che si connette con la storia da cui veniamo.

Spesso le mamme e i papà non ne sono consapevoli che ciò che accade loro nella relazione con i propri figli è collegato a ciò che era capitato loro quando erano figli.

Succede che un papà che prende a schiaffi il figlio giustifichi le punizioni corporali dicendo: “Sapessi quante ne ho prese io da piccolo e quanto mi hanno fatto bene”. Noi sappiamo che le punizioni corporali sono il peggior strumento educativo di cui dispone un genitore. E se da piccoli si è stati picchiati, una volta diventati genitori bisognerebbe evitare di farlo. Eppure spesso noi continuiamo a rimettere in atto le esperienze che abbiamo vissuto e subito, pur non avendole scelte.

Tu con questa lettera dimostri invece di essere consapevole che ciò che è accaduto nel giorno in cui l’hai scritta vuoi che rimanga un “errore da non ripetere”. Il valore della tua testimonianza è alto, perché dimostri di essere consapevole di aver fatto un errore ma al tempo stesso sei in grado di comprenderne le ragioni “nascoste”: hai intuito che ciò che è accaduto ha rimesso sulla scena qualcosa di doloroso che hai vissuto quando eri figlia. Per andare oltre, non serve il senso di colpa.

Serve, invece, la consapevolezza che ti ha immediatamente avvertito che dentro alle tue urla non c’eri in realtà tu, come mamma, ma c’era la tua mamma con te, quando sei stata figlia. Marina Balbo nel libro La cura dei ricordi (Mondadori ed.) spiega bene perché questa consapevolezza ci aiuta a superare i piccoli/ grandi traumi della storia da cui veniamo e come e perché, qualora siamo rimasti intrappolati nel dolore del passato, la psicoterapia con metodo EMDR può essere di enorme aiuto.