Ho una nipote di quasi 5 anni che è stata iscritta come anticipataria alla scuola primaria, per il prossimo anno scolastico. È una bambina dall’intelligenza pronta e le maestre della scuola dell’infanzia dicono che può “tranquillamente” andare alle elementari.

In Sicilia, in realtà, è molto comune che questa cosa venga prescelta dai genitori dei bambini di 5 anni. Io, come nonna, vivo questa scelta come qualcosa che è “troppo” per lei. Mi sembra che le si sottragga un anno di gioco che serve ugualmente a crescere.

Mia nipote già all’età di 6 mesi per lo svezzamento è stata messa davanti a un monitor per riuscire a farla mangiare e tutt’ora guai se a tavola non c’è il suo tablet acceso. Non ha mai giocato liberamente all’aperto (o almeno non le era permesso di correre, saltare, scatenarsi...) per paura che si facesse male e fino ai 3 anni e mezzo il box era ancora usato per metterla tranquilla a giocare.

Io, da mamma, non ho mai voluto il box per i miei figli e ho sempre permesso loro di giocare liberamente. Da bambini, i miei figli hanno avuto la “fortuna” di giocare in cortile con altri bambini. Vedere mia nipote “costretta” a vivere una vita da “piccolo adulto” mi fa soffrire. I suoi genitori considerano però le mie lamentele fuori luogo. Vorrei tanto che gli adulti ripensassero alle loro scelte educative, ma non so come riuscirci.

ANTONELLA


Cara Antonella, la tua visione delle cose è piena di buon senso. spero che le tue parole vengano lette da molti genitori. Oggi noi adulti abbiamo una fretta incredibile e vogliamo accelerare le tappe di crescita generando però enormi contraddizioni. Così, proprio come tu descrivi, ci troviamo con bambini che a cinque anni non sanno consumare un pasto se non hanno uno schermo acceso di fronte a sé e al tempo stesso vengono avviati alla scuola primaria con un anno di anticipo, perché “svegli” e “intelligenti”. Oggi credo che ci sia troppa poca esperienza del gioco e della socializzazione con gli altri bambini e un eccessivo ripiego all’uso di schermi e a crescite iperprotette in cui ai bambini, proprio come scrivi tu, viene vietato di giocare all’aperto, arrampicarsi su un albero (chi è quel bambino capace di farlo tra quelli nati nel terzo millennio), giocare con la terra, sporcarsi le mani e sbucciarsi le ginocchia. Insomma, troppi bambini vivono esistenze da “adulti in miniatura” dove si ha enorme cura del loro percorso scolastico, trascurando però tutto il resto. Forse è arrivato il momento di fare un’inversione di rotta, come auspichi tu. Se vuoi fai leggere questa pagina a tua nuora e donale L’età dimenticata di E. Mignanelli (Feltrinelli), un libro che aiuta a crescere i bambini, tornando in contatto con il bambino che abita dentro noi.
Il libro consigliato da Alberto Pellai su SanPaoloStore.it