Mio marito continua a dire che nostro figlio è una delusione: 17 anni, bocciato a scuola, parla poco con noi. Non fa molto, soprattutto adesso che è estate: esce con gli amici, gioca a calcio, poco altro. Non è un cattivo ragazzo, ma è un po’ indolente, non prende l’iniziativa. Anche in casa aiuta poco, anche se, a onor del vero, gli abbiamo sempre chiesto poco: siamo solo noi tre in famiglia…

ALBERTA


Cara Alberta, i figli sono attenti alle opinioni e ai giudizi che i genitori hanno di loro: li considerano uno specchio in cui riflettersi e conoscersi. Negli sguardi di papà e mamma, nei loro gesti prima ancora che nelle loro parole, un ragazzo vede riflessa la propria immagine di persona che cresce, in movimento verso il suo futuro di adulto.

Che cosa sta vedendo in voi il vostro ragazzo? Solo sentimenti tristi: delusione, impotenza, rabbia. Una continua svalutazione che gli impedisce di cogliere le sue risorse, che lui sentirà riconosciute soprattutto dagli amici, spingendolo verso di loro. Ma quello che i coetanei rimandano è soprattutto l’immagine del presente: un amico simpatico e disponibile.

E invece l’uomo che sta prendendo forma, col suo senso di responsabilità, l’autonomia di giudizio, la capacità di assumere decisioni e di essere coerente, l’affidabilità nel fare le cose? Se voi per primi non siete in grado di metterlo nelle condizioni di sperimentarsi, nell’assunzione delle responsabilità familiari e poi attraverso esperienze formative, come un lavoretto o l’autonomia nel gestire i propri impegni, vostro figlio non riuscirà ad acquisire queste prerogative dell’adulto.

Così, con la vostra delusione, diventerete testimoni della sua fragilità e della vostra impotenza educativa.