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Nella mia città, quest’estate l’oratorio, come al solito, ha lanciato l’esperienza del Grest.
Tutti i giorni, dal mattino alla sera, centinaia di minori si ritrovano per giocare, dialogare, studiare e pregare insieme.
Per me, mamma di tre figli di età diverse, è di grande conforto sapere che c’è un luogo che li accoglie nei mesi senza scuola. Mai come quest’anno l’oratorio, dove abito, ha rappresentato la scelta privilegiata di tantissime famiglie.
Ma questo successo del Grest ha comportato una serie di problemi di cui sta parlando tutta la città.
Alle 17.00 l’intero quartiere è praticamente bloccato dalle automobili dei genitori che vanno a riprendere i figli. E questo ha comportato enormi proteste da parte degli abitanti di quel quartiere.
Si sono anche lamentati per il rumore che durante il giorno fanno i bambini, mentre giocano. E siccome, due sere alla settimana, l’oratorio è aperto fino alle 23.00 con attività per gli adolescenti, anche questo ha rappresentato un elemento di contestazione.
Alcuni cittadini hanno inviato una lettera di diffida al sindaco, al parroco e alle forze dell’ordine affinché non si autorizzi più l’apertura dell’oratorio nelle ore pomeridiane e serali.
Perché gli adulti non sanno comprendere i bisogni dei più piccoli? Qual è il diritto più importante: quello alla quiete o quello al gioco?
ROSSANA
Cara Rossana, sollevi una questione molto importante. Il mondo adulto sembra sempre più intollerante verso la presenza dei bambini nei luoghi pubblici.
È vero, a volte ci sono bambini così sregolati con genitori che non “contengono” nessuna loro esuberanza da rendere obbligatorio un reclamo all’ordine. Ma nessuno di noi può trascurare il fatto che i bambini hanno bisogno di muoversi, di giocare, di stare insieme.
E queste tre azioni implicano anche disordine e rumore.
Tutti noi siamo stati piccoli e abbiamo potuto usufruire di un mondo adulto che aveva una sana tolleranza e indulgenza verso i bambini. I cortili erano luoghi abitati da loro, dove in estate giocavano e facevano rumore con il beneplacito paziente degli adulti.
Oggi i cortili sono appannaggio delle automobili e nel pomeriggio vige la regola del silenzio assoluto.
Gli oratori sono spazi grandi che coinvolgono decine, a volte centinaia di minori che giocano e fanno gruppo. Non si può immaginare che sia il luogo del silenzio.
E tutta la comunità dovrebbe percepire l’enorme servizio educativo, sociale e preventivo che si nasconde dietro al rumore e al blocco del traffico conseguente.
Per me hai ragione tu, Rossana. Spero che sindaco, parroco e forze dell’ordine aiutino il mondo adulto a riappropriarsi della propria funzione di “genitorialità sociale”.



