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La mia convivente e io abbiamo una figlioletta di quasi un anno; viviamo assieme, è vero, ma lei vorrebbe che io dormissi nel letto matrimoniale, mentre io non me la sento: non siamo sposati e io sono un bravo cristiano… Lei dice che nessuno ci impedisce di sposarci, ma io non me la sento. Che cosa devo fare?
FIORENZO
— Sei proprio riuscito a confonderci le idee, caro Fiorenzo! Facci capire: voi due convivete, avete una creatura, vostra figlia. E tu… dormi sul divano. Lei vorrebbe condividere il letto con te e tu ti rifugi dietro il fatto che sei “un bravo cristiano” e aggiungi poi che è soltanto un matrimonio religioso a poterti abilitare a condividere il letto. Senti, caro Fiorenzo (e perdonaci la durezza): se tu non vuoi condividere la vita con lei, parla chiaro, ma non scomodare un’esigenza di fede che – ci pare – è un bel paravento. Non condividendo il letto con lei non sei fedele a un’istanza religiosa, ma a te stesso; al fatto nudo e crudo che non vuoi totalmente il tuo rapporto d’amore. La richiesta di lei ti mette di fronte a una decisione radicale: chi vuoi essere per lei e per vostra figlia? Tu fai il giardiniere – ci racconti – e lei, la sera, ti viene perfino a cercare in serra, dove tu ti trovi così bene con i tuoi fiori, da cui non vorresti staccarti. È vero, tu ci racconti che vieni da una famiglia di separati e che tu da bambino eri spettatore inerme di liti furiose e che anche tuo padre si rifugiava in serra! Con molta intelligenza, aggiungi che loro anche da separati trovano il modo di litigare ancora, anzi più di prima: per esempio, su chi ha diritto di tenere la vostra bambina mentre voi lavorate. Questo è dolore, caro Fiorenzo, e tanto! La generazione adulta non sa quanto male fa alle prossime generazioni quando esibisce non solo la propria incapacità a conciliarsi, ma le proprie egocentriche ragioni, mai mollate in nome di un amore più grande: perfino nel gestire la nipotina. E tu, caro Fiorenzo, credi di risparmiarti questo dolore – ci par di capire – non accedendo al letto matrimoniale! Ma tu non sei condannato a ripetere gli errori di tuo padre e tua madre (e men che meno a servirti della religione come paravento!). Se tu lo vuoi, tu sei altro dalle incapacità dei tuoi genitori. Tu puoi coltivare la stessa serra di tuo padre, ma in modo assolutamente nuovo. Ed essere grato a lei che vuole condividere il letto con te. Il vostro Amore, se lo volete, è “sponsorizzato” da Dio che è amore, nel matrimonio.



