Abbiamo due figli che si massacrano: parolacce, insulti, botte. Il grande, che ha appena iniziato la prima liceo, non ha freni, lo riconosco. La piccola, che è appena entrata in terza media, non è da meno; quando non sa cosa fare, si graffia per la rabbia. Mio marito la chiama “mongola” e io chiamo il maschio “cagasotto” perché è il preferito del papà e in quanto maschio gli dà sempre ragione. Questa lettera la firmiamo in due, ma la vera domanda è: chi sbaglia di noi due?

KATIA E MARIO


— Cari Katia e Mario, vi rispondiamo con molta amarezza (a parte il fatto che nessuno ci ha eletto a giudici tra voi due!): sbagliate tutti e due! Nella vostra lettera si tocca con mano quanto astio, ostilità, incomprensione ci siano tra voi due: non solo vi siete “divisi” i figli (ciascuno parteggia per un figlio solo per fare un dispetto all’altro), non solo fate i diseducatori, ma non siete nemmeno in grado, ci pare, di riconoscere quanto siete maestri di non-rispetto. Voi rilevate quanto i due “si odiano”, così dite, ma non vedete quanto vi imitano; siete maestri di cattivo esempio. È vero, c’è di mezzo come aggravante lo scoppio della prima adolescenza, ma voi dite che adesso sono aumentate in una rapida escalation solo le parolacce, ma che le liti furiose ci sono da sempre. Ma c’è ben altro; voi due vi dichiarate religiosi, riuscite ancora a obbligarli a venire a Messa, ma non li rispettate come non rispettate voi stessi. Eppure, e questa è una buona notizia, ci scrivete chiedendo aiuto. Avete ancora speranza e di questo vi ringraziamo. In un nostro libro, abbiamo inventato il “rito del rispetto”. Questo rito urge anche a casa vostra (lo trovate descritto in Dio fa bene ai bambini, Edizioni Queriniana). Una sera, apparecchiando la tavola a festa grande, con cibi eccezionali e una buona candela in mezzo, papà dirà: «In questa famiglia abbiamo sbagliato tutti e quattro, perché ci siamo mancati di rispetto: tra noi, papà e mamma, tra voi e noi e tra voi fratelli. Ma d’ora in avanti promettiamo che dalla bocca di ciascuno di noi non uscirà mai più una parola cattiva, offensiva, sgarbata. Perché questa famiglia è degna di rispetto! Ci state?». Naturalmente, occorrerà ascoltare le obiezioni dei figli, ma tenete fermo il patto nuovo che accade nella vostra famiglia. E credeteci, voi per primi!