Mio figlio ha affrontato alcuni test per frequentare l’università e ne ha superati due. Ora però è incerto sulla scelta. Anche sull’andare all’università mi sembra ancora insicuro. È arrivato alla fine della scuola superiore senza sapere bene che cosa vorrà fare del suo futuro e senza averci pensato molto. Del resto, si confronta con i suoi amici che mi sembrano perlopiù ragazzi altrettanto confusi. Per noi genitori non è facile dargli una mano. Parlando con amici, sia chi è laureato sia chi non ha studiato così a lungo, siamo tutti un po’ in difficoltà per aiutare i figli a scegliere.

ALBERTO


— Caro Alberto, sicuramente per i nostri ragazzi le scelte sono più difficili di quelle che abbiamo dovuto affrontare noi a nostro tempo. Qualche decennio fa, le strade che si aprivano a un diplomato erano meno numerose e più facili da realizzare, sia che si trattasse di iniziare a lavorare oppure di accedere agli studi universitari. Meno opportunità, ma più praticabili. Oggi siamo di fronte a una crisi dettata anche dalla enorme velocità dei cambiamenti nel mondo del lavoro che richiedono competenze in divenire: il World Economic Forum stima che il 65% dei bambini che oggi iniziano la prima elementare finiranno a svolgere lavori che attualmente non esistono. Per parafrasare l’ex segretario all’Istruzione Usa Richard Riley, stiamo preparando studenti per lavori che non esistono, usando tecnologie che non sono ancora state inventate per risolvere problemi che non sappiamo ancora che lo sono. Al di là delle frasi a effetto, che hanno comunque un valore di verità, l’incertezza dei ragazzi ha un fondamento. Per questo è necessario che si arrivi alle scelte sul post diploma avviando una riflessione approfondita, che inizialmente si basa sulla raccolta di informazioni, la valutazione dell’offerta formativa delle università, il confronto con i ragazzi che la frequentano. Ma poi va analizzata la propria capacità di apprendere: con lo studio a scuola, ma anche fuori. Vanno anche valorizzate le diverse esperienze: il volontariato, l’alternanza scuola/lavoro, eventuali lavoretti occasionali svolti. E poi serve uno sguardo al modo di vivere le relazioni. Quelle con chi è simile, come gli amici, e quelle con chi ha vite differenti: nei viaggi all’estero o nel servizio alle persone in difficoltà. Si può poi attivare la ricerca di una consulenza orientativa specifica per chi fosse molto confuso. Per capire di più, consiglio a ragazzi e genitori EroStudente. Il desiderio di prendere il largo (Rubbettino) di Giovanni Lo Storto, un’agile introduzione a questi temi.