I legni ormai logori dei barconi naufragati nel mare di Lampedusa sono diventati un Crocifisso, simbolo di una tragedia immane e della resurrezione per quanti vi hanno perso la vita. Lo ha realizzato Franco Vacca, 61 anni, artigiano provetto di Bitonto, in provincia di Bari, con la sua genialità e la sua sensibilità d’animo che guarda sempre al prossimo. Dal profondo del cuore e da un lavoro duro ma allo stesso tempo certosino è nata la “Croce del Mare Nostrum” che raffigura e racconta le sofferenze, l’angoscia, lo strazio, i tormenti e le inquietudini dei migranti che affrontano il lungo viaggio della disperazione per cercare un nuovo approdo, che a volte si inabissa nelle acque gelide prima di raggiungere la meta.

Una vera opera d’arte lunga 4 metri e larga 3 con un peso di oltre un quintale, emblema della memoria di tante sciagure che hanno visto sprofondare nelle tenebre persone innocenti, soprattutto donne e bambini. «Ho voluto esprimere non solo il mio commosso ricordo, ma anche la reminiscenza collettiva di un dramma senza fine che ci appartiene e che riguarda il mondo intero», dice Franco Vacca, impiegato di un ufficio postale. «L’unicità di questa creazione è che al centro della croce c’è l’effigie del Cristo, una sorta di simbiosi non solo religiosa fra le tribolazioni e i patimenti di Nostro Signore e quelli dei naufraghi»

Tutto ebbe inizio 6 anni fa, quando alcuni componenti dell’Arciconfraternita di Santa Maria del Suffragio, tra cui il priore emerito Andrea Vacca, pensarono alla realizzazione di una croce che tenesse viva la memoria delle vittime dei barconi colati a picco, anche per dare un seguito al messaggio lanciato da papa Francesco durante la sua visita a Bari del 7 luglio 2018.

Nei primi giorni del gennaio 2020 alcuni confratelli si recarono a Lampedusa per recuperare i legni dei relitti, in modo da poter poi organizzare il loro trasporto a Bitonto. L’operazione fu resa possibile grazie a una speciale autorizzazione della Procura di Agrigento e dell’Ufficio delle Dogane.

Il progetto iniziale dell’arciconfraternita era quello di costruire una struttura capace di contenere le due schegge della croce di Gesù, il reliquiario del “Legno Santo” che da oltre trecento anni viene portato in processione il Venerdì della Passione. Purtroppo, il Covid bloccò l’impresa. Franco Vacca, che da un decennio prepara il “Legno Santo”, decise di dare comunque il via alla sua creazione. Armato di martello e scalpello, nel chiuso di un deposito trasformato in bottega, cominciò con le sue mani forti e laboriose a lavorare intensamente durante i ritagli di tempo.

«Avevo a disposizione le tavole di legno lacerate, funi sfilacciate, chiodi arrugginiti e un anello di ormeggio» racconta l’estroso artista, abile nel dare forma a meravigliosi manufatti e a variopinti mosaici.

«Ho scelto volutamente pezzi dai colori particolari e molto significativi. Il blu e l’azzurro rappresentano il mare con i suoi rischi e pericoli, il rosso è l’immagine cruda della tragedia e di coloro che sopraffatti dalle onde vanno incontro alla morte, mentre il verde è un segno di speranza affinché eventi così luttuosi non accadano mai più. I nostri sentimenti devono essere improntati alla solidarietà e all’accoglienza».

C’è un altro dettaglio importante, frutto dell’inventiva dell’artigiano bitontino. «L’anello di ormeggio solitamente serve per l’attracco al porto. Non è così, purtroppo, per le imbarcazioni che affondano. Mi è venuto spontaneo inserire l’anello al posto della lancia che trafigge il costato di Gesù, lasciando il suo sigillo di dolore dal quale sgorga sangue. Le funi simboleggiano il tentativo disperato dei naufraghi di aggrapparsi prima di essere inghiottiti dai flutti del Mediterraneo. Ho voluto dedicare questa mia produzione artistica a papa Francesco molto sensibile alla travagliata e triste vicenda dei migranti che ha definito “catastrofe umanitaria”».

La “Croce del Mare Nostrum”, con il suo immenso valore spirituale e sociale, sarà donata alla collettività dall’Arciconfraternita di Santa Maria del Suffragio guidata dal priore Giuseppe Vacca, in un ideale abbraccio con Lampedusa e nel connubio indissolubile con la Porta d’Europa.

Domenica 14 settembre, per la festa dell’Esaltazione della Santa Croce, il capolavoro del maestro Franco Vacca installato su una parete dell’Episcopio della Cattedrale di Bitonto e visibile per la prima volta, riceverà la benedizione del parroco don Marino Cutrone, assistente spirituale delle confraternite del centro storico.

Il crocifisso, con i suoi inconfondibili colori e il suo forte impatto visivo, sarà un monito e una testimonianza per l’umanità in ricordo del sacrificio di tante vite perdute nel periglioso mare.