UNA LETTRICE - In un gruppo di preghiera ho sentito che la parusia è vicina. Mi fanno paura i tre giorni di buio e i demoni che ci tenteranno.
Della parusia del Signore nessuno, se non il Padre, conosce il giorno e l’ora. Inutile quindi fare previsioni su di essa. I segni premonitori di cui parla la Scrittura non danno indicazioni precise. Essa comunque va attesa nella speranza e nella gioia, come le sentinelle l’aurora, perché è il giorno della salvezza e della liberazione finali. Ci si prepara nella preghiera e nell’attesa operosa e non nel terrore e nella paura. Gli stessi atteggiamenti che si devono tenere nell’attesa della piccola parusia, cioè dell’incontro con Cristo giudice nel momento della nostra morte. Altre informazioni (come i tre giorni di buio) sono frutto di fantasia malsana, senza nessun serio fondamento. Della presenza del demonio nella nostra vita e nella storia si deve parlare, ma nei termini appropriati e teologicamente fondati (come fa il Papa), soprattutto nella certezza che egli è stato ormai sconfitto e che la sua azione malefica può essere superata con la preghiera e la grazia di Dio. Il cristianesimo è religione di gioia e di speranza, non di spavento e di rassegnazione.