Nato presso Digione nel 1090, da ragazzo frequentò le scuole tenute dai canonici regolari; mortale la madre alla quale era molto legato, lasciò gli studi per una vita disorientata che durò circa quattro anni. Poi, nel 1111 si ritirò nella sua casa di Châtillon per entrare l’anno dopo a Cîteaux (in latino Cistercium), il monastero fondato da Roberto di Molesme secondo una rinnovata spiritualità benedettina, dove i monaci dividevano la giornata tra l’ufficiatura corale, il lavoro manuale, la lettura spirituale, i frequenti digiuni, un’estrema povertà e il silenzio. Con lui entrò un folto gruppo di persone, tra cui uno zio e quattro fratelli (più tardi lo raggiungeranno il padre e il fratello minore), che egli aveva già raccolto attorno a sé nello stesso ideale di perfezione cristiana. La vita ascetica e spirituale da lui praticata, alternando studio della Bibbia e dei Padri della Chiesa, pratica liturgica, lavoro manuale e stretto digiuno, fu molto intensa e severa. Dopo tre anni Stefano Harding, abate di Cîteaux dal 1109, lo mandò con dodici monaci a fondare un nuovo monastero più a nord, nella Champagne: nacque così Clairvaux (Chiaravalle), di cui Bernardo sarà abate fino alla morte, favorendone uno straordinario sviluppo e curandone le numerose filiazioni in Francia e altrove. Da questo momento la sua vita acquistò sempre maggior rilievo nell’ambiente monastico e in quello ecclesiale e politico, negli affari della Chiesa e in quelli degli Stati. Tutta l’Europa lo conosceva, molti lo consultavano o lo invocavano come paciere. In breve divenne il maggior garante di una osservanza della Regola di San Benedetto. Morì il 20 agosto 1153 nella sua abbazia e venne canonizzato da Alessandro III nel 1174 per richiesta degli abati cistercensi in un concilio a Tours. Nel 1830 fu proclamato dottore della Chiesa. Dante parla della sua «vivace carità» nel canto XXXI del Paradiso. Come scrittore, Bernardo ha lasciato un insieme di opere di alto valore spirituale.

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