Liturgia del giorno:
1 Pt 1, 3-9; Sal.110; Mc 10, 17-27.
Era priore del monastero di Sant’Andrea al Celio, a Roma, quando nel 596 il papa san Gregorio Magno lo inviò, a capo di una quarantina di monaci, a predicare in Inghilterra. Arrivato ad Aix-en-Provence, ebbe un momento di debolezza e, spaventato dalla prospettiva di incontrare un popolo barbaro e fiero, tornò a Roma deciso a rinunciare all’impresa; poi però, incoraggiato dal Pontefice, ripartì, munito di lettere commendatizie per i vescovi e i principi della Gallia, dove fu consacrato vescovo. Sbarcò nel 597 alle foci del Tamigi e si mise subito in contatto con Etelberto, re del Kent, un pagano che aveva sposato la cattolica Berta, e ottenne piena libertà di predicare abitando nella residenza assegnatagli a Canterbury, presso la chiesa di S. Martino. Le fatiche dei missionari conquistarono il re che si fece battezzare insieme a molti suoi sudditi, affascinati dall’esempio dei monaci che praticavano quello che predicavano. Nel Natale successivo più di diecimila Sassoni ricevettero il battesimo. Nel 601, il sovrano accolse anche un secondo gruppo dimissionari mandati dal Papa con vasi sacri, tovaglie d’altare, ornamenti per le chiese, paramenti sacerdotali, reliquie degli apostoli e dei martiri, oltre a molti libri. Non mancarono tuttavia le difficoltà, soprattutto da parte della Chiesa celta, con la quale non era facile convivere perché non accettava le nuove forme liturgiche romane. Gregorio Magno ordinò al santo di costituire due sedi metropolitane con dodici suffraganee ciascuna; egli scelse come sede Canterbury e l’altra sede fu York, il cui vescovo però sarebbe stato consacrato solo nel 625. Agostino con i suoi monaci continuò il suo apostolato nel regno del Kent, convertendone quasi tutti gli abitanti, e costituì i due vescovadi di Londra e di Rochester. Dopo aver consacrato il suo successore, morì il 26 maggio dell’anno 604 (o 605) e fu sepolto nella chiesa abbaziale dei Santi Pietro e Paolo (oggi dedicata a S. Agostino di Canterbury).