Città, famiglie, giovani, anziani e poveri: papa Leone XIV ha tracciato un quadro chiaro delle sfide che oggi affliggono le città italiane ricevendo, lunedì mattina in Vaticano, i rappresentanti dell’Anci, l’Associazione Nazionale dei Comuni Italiani, accompagnati dal cardinale Matteo Maria Zuppi, presidente della Cei.,

«La crisi demografica e le fatiche delle famiglie e dei giovani», «la solitudine degli anziani», «il grido silenzioso dei poveri», «l’inquinamento dell’ambiente», «i conflitti sociali» e, ancora, «disturbi psichici, depressioni, povertà culturale e spirituale, abbandono sociale»: sono alcune delle problematiche elencate dal Pontefice, che ha voluto sottolineare come siano necessarie risposte concrete da parte delle istituzioni, con particolare attenzione ai più fragili.

Tra tutte, il Papa ha richiamato con forza l’attenzione su una vera e propria emergenza sociale: il gioco d’azzardo. «Si tratta di una piaga», ha detto, «che rovina molte famiglie», osservando come le statistiche degli ultimi anni ne mostrino «un forte aumento» in Italia. Citando il rapporto di Caritas Italiana su povertà ed esclusione sociale, Leone XIV ha evidenziato come il fenomeno rappresenti «un grave problema educativo, di salute mentale e di fiducia sociale».

Le parole del Papa hanno dunque rilanciato l’allarme su una piaga sociale che è tutta nei numeri, fin qui sottovalutati soprattutto dal mondo politico. Proprio il rapporto Caritas, nel novembre scorso, fotografava una situazione drammatica. Dalla fine degli anni ’90, sottolineavano i curatori del Rapporto, l’offerta di scommesse e azzardo si è arricchita di oltre una cinquantina di modalità, online e in presenza: sono oltre 150mila i locali pubblici disseminati in tutte le province italiane.

@Vatican Media
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L'udienza del Papa all'Anci (ANSA)

Il volume monetario mostra una crescita inarrestabile, schizzando dai 35 miliardi di euro giocati nel 2006 ai 157 miliardi del 2024 (+349%). Eppure l’incasso dell’erario è aumentato solamente dell’83% (da 6 a 11 miliardi), a tutto favore delle grandi società produttrici. I dati evidenziano anche una correlazione inversa tra reddito medio per contribuente e perdita media al gioco, con un peso percentuale più alto nelle regioni italiane più povere. Nel 2024, il totale delle perdite è stato pari a 20 miliardi di euro.

Tutto ciò aggrava il quadro di marginalità sociale presente nel Paese. Sempre secondo Caritas, in Italia la povertà assoluta riguarda il 9,8% della popolazione, quasi un italiano su 10, ovvero oltre 5,7 milioni di persone, e 2,2 milioni di famiglie (8,4% dei nuclei).

Leone XIV ha richiamato l’attenzione sul ruolo della politica e degli amministratori: «La coesione sociale e l’armonia civica richiedono in primo luogo l’ascolto dei più piccoli e dei poveri: senza quest’impegno la democrazia si atrofizza, diventa un nominalismo, una formalità, perde rappresentatività, va disincarnandosi perché lascia fuori il popolo nella sua lotta quotidiana per la dignità, nella costruzione del suo destino».

Ai sindaci, in particolare, il Papa ha rivolto un’esortazione chiara: «Sia davanti alle difficoltà sia rispetto alle occasioni di sviluppo, vi esorto a diventare maestri di dedizione al bene comune, favorendo un’alleanza sociale per la speranza».

L’incontro ha offerto anche l’occasione per ricordare l’esempio del venerabile Giorgio La Pira, il “sindaco santo” di Firenze, che affermava: «Se c’è uno che soffre, io ho un dovere preciso: intervenire in tutti i modi, con tutti gli accorgimenti che l’amore suggerisce e che la legge fornisce, perché quella sofferenza sia o diminuita o lenita…».

Infine, Leone XIV ha sottolineato l’importanza di recuperare la gioia di vivere, richiamando le parole di papa Francesco nella bolla del Giubileo Spes non confundit: «Tutti hanno bisogno di recuperare la gioia di vivere, perché l’essere umano non può accontentarsi di sopravvivere o vivacchiare, di adeguarsi al presente lasciandosi soddisfare da realtà soltanto materiali. Ciò rinchiude nell’individualismo e corrode la speranza, generando una tristezza che si annida nel cuore, rendendo acidi e insofferenti».

Per Leone XIV, l’attività amministrativa trova la sua piena realizzazione quando fa crescere i talenti delle persone e dà spessore culturale e spirituale alle città: «Il Paese non ha soltanto bisogno di fognature, di case, di strade, di acquedotti, di marciapiedi – ricordava don Primo Mazzolari – ma anche di una maniera di sentire, di vivere, una maniera di guardarsi, una maniera di affratellarsi».