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Mt 9,35-38 - 10,1.6-8 - San Nicola, Vescovo - Memoria
Gesù non è un Messia sedentario: è un Dio che cammina, che si sporca le mani, che entra nel dolore dell’umanità. Quando vede le folle, “ne sente compassione”, perché sono come pecore senza pastore. Egli non guarda dall’alto, guarda da dentro.
“La messe è abbondante, ma gli operai sono pochi”. Non dice che il campo è sterile, ma che è pronto. Il problema non è ciò che manca nel mondo; il problema è ciò che manca in noi: disponibilità, passione, presenza. Forse passiamo la vita a lamentarci della società, della Chiesa, delle persone, mentre Gesù ci dice: “Il raccolto c’è, manchi tu”. Ed ecco che chiama i Dodici e dona loro autorità.
Il Vangelo non funziona come una delega verso pochi “professionisti del sacro”: è responsabilità condivisa per tutti i battezzati: “Guarite, risuscitate, purificate, scacciate… gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date”. Non ci chiede di fare cose spettacolari, ma di portare vita dove la vita è soffocata. È interessante che li mandi prima alle “pecore perdute della casa d’Israele”.
Come a dire: comincia da vicino. Non sognare missioni lontane se non sai amare chi ti è accanto. Inoltre la compassione a cui fa appello Cristo non è un sentimento che commuove e basta: è una forza che mette in moto. Egli non dice: “Guardate come soffrono”, ma “Pregate il padrone della messe”. La preghiera non è evasione, è la prima forma di coinvolgimento. Chi prega si offre: nella misura in cui invochiamo operai, scopriamo che potremmo essere proprio noi.
Sabato 6 dicembre 2025 - (San Nicola, Vescovo - Memoria)




