Il flagello cinese si abbatte anche sul campionato

 

Se volessimo calcolare l’impatto devastante del Coronavirus sull’Italia, potremmo basarci anche solo sulle conseguenze provocate nel mondo del calcio, che in Italia, quanto a indice di sacralità, è secondo a ben pochi. Fermare il campionato, anche se solo in parte, è un effetto di cui solo pochi fattori possono vantarsi. E il Covid-19 si può appuntare simbolicamente questa drammatica medaglia sul petto.

In quali occasioni la Serie A si è fermata in passato? Tralasciando gli interi campionati saltati in occasione delle entrate in guerra dell’Italia nel primo e nel secondo conflitto mondiale, la principale causa di interruzione è dovuta a gravissimi misfatti come gli omicidi legati a scontri tra tifosi (nel 1995 Vincenzo Spagnolo, nel 2007 l’ispettore di Polizia Raciti e Gabriele Sandri). Per due volte il mondo del calcio si è fermato in lacrime per la morte di calciatori: nel 2012 durante Pescara-Livorno Piermario Morosini viene fulminato da un attacco cardiaco, il 4 marzo 2018 il capitano della Fiorentina Davide Astori viene trovato morto in camera la domenica mattina, sempre per una crisi cardiaca. Nel 1996 e nel 2001 è stato invece uno sciopero indetto dalla categoria dei calciatori a far saltare un turno al campionato.

In una sola occasione un evento non direttamente legato al mondo del pallone ha fatto modificare il calendario delle partite: la morte di papa Giovanni Paolo II, avvenuta sabato 2 aprile 2005. La Federazione Gioco Calcio, in quell’occasione comunicò il rinvio di ogni gara in segno di lutto e per facilitare il lavoro alle forze dell'ordine impegnate a Roma, dove milioni di fedeli si riversarono nei giorni successivi a rendere l'ultimo saluto al Papa polacco.

Il rinvio “per malattia” è dunque una novità assoluta, ma è anche un giusto provvedimento che si accompagna ad altri per evitare la diffusione del Coronavirus. Le conseguenze, però, non sono di poco conto: i calendari di calcio, da qui a maggio, sono intasati, soprattutto per le squadre che disputano le coppe a metà settimana e non hanno modo di inserire le partite da recuperare.

Un altro fattore che potrebbe condizionare lo svolgimento regolare del campionato è l’eventualità di autorizzare le partite, ma a porte chiuse, e uno stadio vuoto avvantaggia almeno sulla carta la squadra ospite, non avendo, quella casalinga, il sostegno dei propri tifosi.

Domenica prossima è prevista Juventus-Inter. E tra i due litiganti, il virus gode.

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