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"Quando sarai vecchio tenderai
le tue mani, e un altro ti vestirà
e ti porterà dove tu non vuoi".
(Giovanni 21,18)
le tue mani, e un altro ti vestirà
e ti porterà dove tu non vuoi".
(Giovanni 21,18)
Il quarto Vangelo si conclude con un’appendice che vede come protagonista Simon Pietro che viene di nuovo investito dal Cristo risorto della missione di pascere il gregge della Chiesa (21,15-17). In quel momento solenne, scandito da una triplice professione d’amore richiesta all’apostolo dallo stesso Gesù, si insinua un intervento molto allusivo, per non dire enigmatico, del Maestro.
Eccolo nella sua integralità: «In verità in verità ti dico: quando eri più giovane, ti vestivi da solo e andavi dove volevi. Quando sarai vecchio, invece, tenderai le tue mani e un altro ti vestirà e ti porterà dove tu non vuoi» (21,18).
È evidente la sequenza dei contrasti tra giovinezza e vecchiaia, tra il cingersi da soli la fascia che stringeva l’ampia tunica orientale e l’essere aiutati da un altro, tra il camminare libero e spontaneo e l’essere condotti forzosamente, tra una meta desiderata e voluta e una direzione imposta e ignota.
Si ha, dunque , la parabola della vita di Pietro che, dopo una vivace giovinezza e maturità, dovrà avviarsi a un traguardo di sofferenza e persino di prigionia, seguendo idealmente i passi del suo Signore («Anche Cristo patì per voi lasciandovi un esempio, perché ne seguiate le orme», si legge in 1Pietro 2,21).
Molti studiosi pensano che queste righe vogliano evocare proprio il martirio di Pietro. Anzi, quel “tendere le mani” sembrerebbe essere una raffigurazione della crocifissione a cui, secondo la tradizione, sarebbe stato condannato l’apostolo, dopo essere stato legato e preparato per l’esecuzione capitale. Certo è che per molti autori cristiani dei primi secoli come Giustino, Ireneo, Cipriano e la cosiddetta Lettera di Barnaba , “stendere/protendere le mani” è una prefigurazione della crocifissione, e Tertulliano, sulla base del nostro passo parlerà esplicitamente della croce a cui Pietro fu legato.
Avremmo, così, nel quarto Vangelo la più antica testimonianza del martirio di san Pietro (la tradizione aggiungerà il particolare della croce capovolta, rappresentata in modo emozionante da Michelangelo in un grande affresco della Cappella Paolina in Vaticano). Non per nulla l’evangelista, subito dopo le parole di Cristo, aggiunge un commento significativo: «Questo disse Gesù per indicare con quale morte egli avrebbe glorificato Dio» (21,19 ).





