Questa storia che gli Stati Uniti non volevano Berlusconi al Governo e nel novembre 2012 lo hanno fatto cadere con la complicità di Napolitano sarà buona per permettere ai deputati di Forza Italia di fare i "piangina" (come si dice a Milano), ma non sta in piedi per un motivo semplicissimo. Dopo oltre un anno di sangue sudore e lacrime imposte dal Governo Monti per evitare di finire come la Grecia, passata la tempesta dello spread, l'allora Cavaliere ha tolto tranquillamente la fiducia ai "tecnici" preparando i presupposti per andare alle elezioni anticipate. Napolitano non ha fatto altro che prenderne atto e ha liquidato la legislatura.
Poi, per la cronaca, il leader di Forza Italia ha scatenato il suo impero mediatico, ha comprato Balotelli per il Milan, ha dato interviste un po' dappertutto, ha spolverato la poltrono del carissimo nemico Marco Travaglio da Santoro, e, per farla breve, è stato protagonista di una incredibile rimonta elettorale. Senza che peraltro gli Stati Uniti ci mandassero i marines come a Grenada. E' vero che l'ex ministro del Tesoro Geithner ha rivelato che Obama non gradiva Berlusconi al Governo nel novembre nel 2012, ma è come la scoperta dell'acqua calda. Chi lo voleva Berlusconi nelle cancellerie occidentali? Aveva detto cose irriferibili della Merkel, i suoi "bunga bunga" erano oggetto di scherno persino a Taiwan, mentre Sarkozy e la cancelliera si scambiavano sguardi divertiti a Bruxelles alla domanda su cosa ne pensassero del premier italiano. Infine, il nostro dimostrava di guardare più a Putin che a Obama, nonostante 70 anni di Alleanza Atlantica, cosa che non ha mai fatto gioire Washington. Erano i giorni in cui l'Italia sembrava danzare sull'orlo del baratro, con il debito pubblico sul punto di esplodere. La verità è che a Berlusconi non è parso vero di sfilarsi da quell'orribile e impopolare situazione. Per poi tornare sulla scena al momento opportuno. Altro che complotto.
Poi, per la cronaca, il leader di Forza Italia ha scatenato il suo impero mediatico, ha comprato Balotelli per il Milan, ha dato interviste un po' dappertutto, ha spolverato la poltrono del carissimo nemico Marco Travaglio da Santoro, e, per farla breve, è stato protagonista di una incredibile rimonta elettorale. Senza che peraltro gli Stati Uniti ci mandassero i marines come a Grenada. E' vero che l'ex ministro del Tesoro Geithner ha rivelato che Obama non gradiva Berlusconi al Governo nel novembre nel 2012, ma è come la scoperta dell'acqua calda. Chi lo voleva Berlusconi nelle cancellerie occidentali? Aveva detto cose irriferibili della Merkel, i suoi "bunga bunga" erano oggetto di scherno persino a Taiwan, mentre Sarkozy e la cancelliera si scambiavano sguardi divertiti a Bruxelles alla domanda su cosa ne pensassero del premier italiano. Infine, il nostro dimostrava di guardare più a Putin che a Obama, nonostante 70 anni di Alleanza Atlantica, cosa che non ha mai fatto gioire Washington. Erano i giorni in cui l'Italia sembrava danzare sull'orlo del baratro, con il debito pubblico sul punto di esplodere. La verità è che a Berlusconi non è parso vero di sfilarsi da quell'orribile e impopolare situazione. Per poi tornare sulla scena al momento opportuno. Altro che complotto.


