Per chi non li conoscesse, il progetto gestito interamente da personale autistico, nasce nel 2017 dalla mente del suo fondatore Nico Acampora, ed ha come obiettivo cardine quello di offrire un’opportunità concreta di integrazione nel mondo del lavoro. Da quell’anno l’azienda si è ingrandita sempre di più grazie a nuovi progetti e collaborazioni, rappresentando oggi un modello di imprenditoria inclusiva senza eguali. Ora, anche grazie a Edison Energia, l’espansione continua. La nota azienda ha deciso di sostenere il progetto “PizzAutobus” in Lombardia che punta a raggiungere quota dodici furgoncini gastronomici e ad assumere 60 nuovi ragazzi entro il prossimo anno. L’inaugurazione del ristorante itinerante è avvenuta qualche giorno fa a Milano, nel suggestivo scenario di Piazza Cadorna. Quest’ultimo verrà gestito da un gruppo di giovani ragazzi autistici, assunti a tempo indeterminato. In concomitanza della festa è stata annunciata anche l’assunzione a tempo indeterminato di Daniele, ragazzo autistico che completerà il proprio percorso di formazione nei prossimi due anni lavorando presso il ristorante di Cassina De’ Pecchi. Non è la prima volta che i membri dell’associazione si trovano a lavorare su questi mezzi. Durante la pandemia infatti è entrato in funzione il loro primo food-truck che distribuiva pizze agli ospedali in prima linea nella lotta al Covid. La crescita di questa realtà inclusiva è continua e questa nuova collaborazione cimenta ancora di più le loro aspirazioni e il loro impegno. La soddisfazione dietro questo nuovo traguardo la possiamo riscontrare nelle parole dell’assessora allo Sviluppo economico e Politiche del lavoro, Alessia Cappello: “Iniziative come questa di PizzAut e Edison Energia portano valore e rappresentano quel modo di fare impresa in maniera inclusiva che genera impatto e cambia la qualità della vita di persone, territori, reti sociali. Per questo come Comune di Milano abbiamo dato convintamente il nostro sostegno e il nostro patrocinio e ci auguriamo che il progetto sia di esempio e di ispirazione per altri e in nuovi contesti”. Il progetto si conferma quindi come un modello che unisce l’autismo al mondo del lavoro, favorendo la creazione di una rete di supporto tra associazioni, aziende e territorio.